Il miracolo di Sicilia e-Servizi | Ingroia: "Pronto a rilanciarla" - Live Sicilia

Il miracolo di Sicilia e-Servizi | Ingroia: “Pronto a rilanciarla”

Assunti i 76 lavoratori Sisev anche grazie a una norma ad hoc in Finanziaria, e scongiurato il blocco del sistema informatico, il commissario liquidatore guarda avanti: "La società è sana, dobbiamo rimetterla a regime". E' la seconda "resurrezione" dell'a discussa azienda dell'informatica.

PALERMO – È la seconda resurrezione. Sicilia e-Servizi ha le vite di un gatto. E nonostante gli ultimi governi ne avessero sancito la fine, la liquidazione, lo scioglimento, eccola ancora in piedi. Ancora pronta a ripartire. Addirittura a rappresentare, stando alle parole dell’attuale guida della società, Antonio Ingroia, “un gioiello della Regione”. Anche per questo, ecco il repentino salvataggio dei dipendenti delle aziende private che detenevano il 49% della società. Contratti di 18 mesi per loro. Nonostante un blocco delle assunzioni in vigore da anni. E un cambiamento sostanziale: i 76 lavoratori non sono più dipendenti di due società private (Engineering e Accenture), ma di una società totalmente pubblica. Controllata al cento per cento dalla Regione.

Eppure, appena pochi mesi fa, le idee dell’esecutivo erano diverse. Il malaffare, gli scandali, persino i cognomi noti o quelli addirittura scomodi che hanno puntellato la storia di Sicilia e-Servizi avevano consigliato al presidente Crocetta di chiudere quella società. Ma non solo. Ecco l’individuazione del commissario liquidatore: “Chi, meglio di Antonio Ingroia può mettere mano in quel verminaio?”. Spiega il presidente in conferenza stampa.

E invece, l’ultima puntata della storia di Sicilia e-Servizi coincide con l’assunzione a tempo determinato dei dipendenti Sisev. “Si tratta – spiega però il commissario Ingroia – di una soluzione transitoria imposta dall’emergenza. Io sono arrivato a Sicilia e Servizi solo a novembre. Dopo poche settimane, il socio privato ha dato comunicazione della volontà di non rinnovare i contratti dei 76 lavoratori che sarebbero stati, di fatto, licenziati già ieri”. E invece, è intervenuta la Regione, attraverso la società che adesso, fuoriusciti i privati, è tutta nelle mani di Palazzo d’Orleans. “Se non li avessimo assunti – puntualizza Ingroia – si sarebbe bloccato tutto il sistema informatico della Regione. Per intenderci, dai dati riguardanti il 118 per arrivare agli stipendi dei regionali. Non avevamo alternative, nonostante l’esistenza di quel divieto…”. Il divieto cui fa riferimento l’ex pm è il blocco delle assunzioni sancito dal governo Lombardo. “A dire il vero – prosegue Ingroia – già la legge regionale presentava alcuni spiragli per le procedure avviate prima del blocco. Ma abbiamo voluto chiedere anche il parere dell’Avvocatura dello Stato”.

A dire il vero, però, è servito anche dell’altro. Una norma, inserita in Finanziaria, che ha fatto esplicitamente riferimento a una deroga consentita a quelle assunzioni derivanti da procedure a evidenza pubblica. “Sì, quella norma ‘ad hoc’, diciamo – prosegue il commissario di Sicilia e-Servizi – ci ha consentito di muoverci con maggiore efficacia. A quella è seguita una delibera di giunta che fa riferimento proprio alla Finanziaria e al parere dell’Avvocatura che ci ha spiegato che potevamo solo operare attraverso contratti a tempo determinato”. “Un intervento ‘una tantum'”, così il presidente Crocetta descrive quella norma in Finanziaria che ha aperto alle assunzioni dei 76 lavoratori: “Dovevamo tamponare un’emergenza. Ma questa norma non aprirà ad altre assunzioni”.

I contratti stipulati ieri, però, non sono a brevissimo termine. Non serviranno, insomma, solo a tamponare l’emergenza: un anno e mezzo. Preceduto da un periodo di prova di quattro mesi, durante il quale verrà verificato che i privati abbiano trasferito a questo personale le conoscenze (il cosiddetto ‘know how’) così come previsto dalla convenzione stipulato sotto il governo Cuffaro tra la Regione e l’allora società mista.

Ma per Ingroia i 18 mesi saranno necessari a colmare alcune lacune lasciate dalle società private. “Il bando – spiega infatti – prevedeva la formazione del personale e il trasferimento alla Regione, oltre alla consegna dei dati ancora conservati in un server in Valle d’Aosta. Infine mancano ancora i collaudi di alcuni servizi per i quali i soci avanzano un credito milionario. Per risolvere tutte queste questioni, servirà un po’ di tempo”.

E così, ecco che la Valle d’Aosta torna nella storia recente dell’ex pm. La procedura di trasferimento di quei dati sensibilissimi, infatti, non sarebbe così semplice: “Se mi avessero consentito – puntualizza Ingroia – di insediarmi qualche mese prima, forse sarei riuscito già a sistemare un po’ di cose”. Eppure, quando si è insediato, a Ingroia è stato affidato un compito preciso: chiudere la società, scioglierla. Ma da allora, tanto è cambiato. Sicilia e-Servizi deve rinascere. Risorgere ancora. Per la seconda volta.

La liquidazione, infatti, era già stata sancita un paio di anni fa dal governo Lombardo. Ma anche in quel caso, la “marcia indietro”. Che si ripete anche col governo Crocetta. Prima l’annuncio dello scioglimento, quindi la decisione di individuarla come una tra le undici società partecipate “strategiche”. Quelle che devono rimanere in piedi, insomma. “In effetti – racconta Ingroia – io sono arrivato come liquidatore in vista dello scioglimento della società anche a causa dei tanti sospetti, delle vicende giudiziarie pendenti di cui si parlava. Il mio incarico, insomma, consisteva nella verifica sull’operato della precedente gestione. Ed è un lavoro che sto portando avanti parallelamente”.

Ma nel frattempo, come detto, il governo ha cambiato idea. “Dopo i miei primi due mesi alla guida della società – prosegue Ingroia – ho presentato una relazione dettagliata agli assessori Bianchi e Valenti. Da lì emergono alcune criticità e alcuni aspetti da approfondire. Ma anche il fatto che ci troviamo di fronte a una società sana”. Così, ecco l’inversione “a U” del governo Crocetta. “Adesso puntiamo – conferma Ingroia – a uscire dal commissariamento e a mettere in bonis la società. Metterla a regime. Se sarò il presidente? Non dipende da me, ma credo che qui si possa fare un ottimo lavoro”. La seconda risurrezione di Siclia e-Servizi è vicina.


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