PALERMO – Dopo l’Ufficio antifrode europeo, anche la Corte dei conti. Nuova “batosta” per la Regione sul tema degli extrabudget: la vicenda che ha visto coinvolti (e già condannati in primo grado dalla Procura contabile), tra gli altri, l’ex governatore Raffaele Lombardo e l’attuale Segretario generale di Palazzo d’Orleans Patrizia Monterosso. La Sezione di controllo, infatti, è intervenuta su un decreto col quale il dipartimento Formazione aveva provato a “riprendersi” i fondi illegittimamente erogati in passato a un ente di Formazione, tramite lo strumento della “compensazione”. La Regione, insomma, ha provato a “congelare” i finanziamenti successivamente erogati agli enti per cancellare il danno all’erario. Ma come l’Olaf (l’Ufficio antifrode Ue), anche la Corte dei conti ha detto: “Non si può fare”. E i giudici di via Notarbartolo hanno aggiunto un passaggio ulteriore: “L’amministrazione poteva – scrivono – avvalersi di un valido titolo esecutivo a tutela del credito erariale”. Ci sono già dei condannati, insomma. E se la Regione avesse voluto recuperare quei soldi avrebbe potuto, innanzitutto, chiedere a Lombardo, Monterosso e agli ex assessori e dirigenti coinvolti di “pagare”.
Come dicevamo, la Corte dei conti è intervenuta su un decreto del dipartimento Formazione che aveva annullato l’erogazione all’ente Cipa-At di Caltanissetta di extrabudget per circa 49 mila euro risalenti al 2006 e 2007 e contestualmente aveva disposto il recupero coatto delle somme attraverso la “compensazione” su altri due finanziamenti erogati sucessivamente all’ente. Interventi in autotutela, spiega l’amministrazione, sentita dai giudici. Giudici che però sottolineano fin da subito nella deliberazione di pochi giorni fa, il primo “errore”. Lo stesso segnalato dall’Ufficio antifrode europeo: “Il finanziamento delle maggiori somme erogate – si legge nel documento – con i decreti annullati era stato originariamente imputato a fondi del bilancio regionale, mentre il recupero era operato su risorse comunitarie, per loro natura vincolate al progetto e destinate, come tali, al raggiungimento dell’obiettivo previsto dalla relativa linea di intervento”. Gli extrabudget quindi erano stati erogati anni fa attingendo al bilancio regionale, mentre i finanziamenti congelati erano in parte di origine comunitaria. In questo modo, spiega la sezione di controllo della Corte, guidata da Maurizio Graffeo, ribadendo quanto espreso anche dall’Olaf, la Regione ha violato un regolamento comunitario secondo il quale “Gli Stati membri – recita l’articolo – si accertano che gli organismi responsabili dei pagamenti assicurino che i beneficiari ricevano l’importo totale del contributo pubblico entro il più breve termine e nella sua integrità. Non si applica – si legge sempre nella norma – nessuna detrazione o trattenuta né alcun onere spcifico o di altro genere con effetto equivalente che porti alla riduzione di detti importi per i beneficiari”.
Ma c’è di più. I giudici contabili offrono un suggerimento alla Regione: “Volete recuperare le somme? – chiedono in sostanza – esiste un modo per farlo”. E il modo è quello di chiederli ai soggetti già condannati in primo grado dalla sezione giurisdizionale. La Procura della Corte dei conti ha infatti già condannato per il presunto danno erariale Patrizia Monterosso (a 1,3 milioni), l’ex governatore Raffaele Lombardo (220 mila euro) e un gruppo di ex assessori: Santi Formica (dovrà restituire 379 mila euro), Carmelo Incardona (830 mila euro), Luigi Gentile (224 mila euro), la dirigente Alessandra Russo (378 mila euro), Maria Carmela Di Bartolo (474 mila euro), Salvatore di Francesca (108 mila euro) e l’ex dirigente del servizio Rendicontazione, Nino Emanuele (365 mila euro). “La Sezione giurisdizionale della Corte dei conti – scrivono i giudici – aveva accertato la responsabilità amministrativa nei confronti dei soggetti che avevano disposto l’erogazione indebita di finanziamenti e l’Amministrazione poteva, pertanto, avvalersi di un valido titolo esecutivo a tutela del credito erariale”.
L’amministrazione ha provato a difendere lo strumento della “compensazione” in vari modi. Affermando innanzitutto che in questi casi si tratta di un obbligo per la Regione, ha poi sollevato l’eccezione al regolamento comunitario nei casi di “doppio pagamento” e ha anche spiegato che, essendo passati tanti anni, l’interesse pubblico legato al finanziamento era stato comunque tutelato. Tesi smontate dalla deliberazione dei giudici contabili che arrivano persino a far notare all’amministrazione di aver dimenticato, nel caso dell’eccezione al regolamento comunitario, che il “doppio pagamento” per il quale si può richiedere la somma indietro, va considerato solo nei casi di finanziamento nello stesso capitolo di bilancio. E non è il caso degli enti. “Deve ritenersi illegittima, in base al diritto comunitario, – concludono i giudici contabili – ogni deduzione di contributi pubblici spettanti a soggetti incaricati della realizzazione di progetti cofinanziati dal Fondo sociale europeo”. La Regione non può chiedere i soldi indietro agli enti. Se proprio vuole, può chiederli a Lombardo, Monterosso e agli ex assessori alla Formazione.