PALERMO– C’era poca gente, quasi nessuno, ieri pomeriggio davanti alla prefettura di Palermo. Era stato organizzato un sit-in di persone che hanno perso qualcuno che amavano. Perso, cioè, per colpa di chi ha spezzato una vita, guidando male.
Erano pochi i presenti, ma agguerriti. C’era Marina Fontana che su LiveSicilia – quando la sua storia era avvolta dall’indifferenza – raccontò la mutilazione della perdita di suo marito Roberto. E con essa la prospettiva di una coppia felice andata in frantumi. Marina è una donna coraggiosa. Porta avanti la sua battaglia sull’omicidio stradale: “Lo Stato – dice – deve voler essere artefice di vera giustizia per le vittime della strada per il futuro e non fare una legge contentino che non cambierà l’attuale assenza di pene certe”.
C’erano altri, col loro dolore intatto. C’erano madri senza figli. C’erano figli senza più madre. Mancava la folla delle grandi occasioni. Male, ma poco importa. Male perché la misura dell’assenza offre l’immagine del distacco, dell’indifferenza di chi pensa che il dolore degli altri sia soltanto il dolore degli altri. Poco importa, perché, anche se circondate dal silenzio, quelle urla erano perfettamente udibili. E nessuno può fare finta di non averle sentite. (rp)