La lunga settimana di Patrizia |e l'arte di non battere mai ciglio - Live Sicilia

La lunga settimana di Patrizia |e l’arte di non battere mai ciglio

La Monterosso era presente a San Macuto mentre l'Antimafia attaccava Crocetta parlando di lei. Ma ha superato anche questa.

Il personaggio
di
2 min di lettura

PALERMO – La diretta in radio della “vivace” seduta dell’Antimafia con Rosario Crocetta non ha permesso di apprezzare un dettaglio. Che la radio non poteva catturare. Mentre i commissari assediavano il presidente della Regione sparando a zero su Patrizia Monterosso, il segretario generale era lì, nell’aula di San Macuto. Aveva accompagnato a Roma Crocetta, insieme a un paio di assessori regionali e sedeva in primissima fila. Imperturbabile, racconta chi c’era. Patrizia la zarina di Palazzo d’Orleans non ha battuto ciglio, né spostato una ciocca dei suoi capelli biondi, mentre su di lei si scatenava da ogni parte un fuoco di fila che tirava in ballo la condanna della Corte dei Conti e le dichiarazioni, non riscontrate, di un pentito che la vorrebbe iscritta a una loggia massonica del Trapanese. Algida, forte e controllata come sempre, Monterosso è rimasta composta e silente mentre Crocetta come d’abitudine la difendeva, e cos’altro avrebbe potuto fare il governatore che di fresco l’ha riconfermata ai vertici della burocrazia siciliana?

Di lei a San Macuto s’è parlato anche l’indomani. Quando la commissione Antimafia ha audito il Gran Maestro del Grande oriente d’Italia, Stefano Bisi. Che, a domanda del senatore Angelo Attaguile, ha risposto escludendo che il segretario generale sia iscritta alla sua organizzazione massonica (“anche perché tutti gli iscritti sono uomini”, ha spiegato), non potendo escludere, ha aggiunto, che Monterosso sia iscritta ad altre logge. Capitolo chiuso, per il momento. E un’altra settimana difficile archiviata per Patrizia l’inamovibile. Ne verranno altre, e non c’è dubbio, pochi come lei a Palazzo hanno chiaro che ogni giorno ha la sua pena. Ma senza battere ciglio la potentissima lady di ferro di Palazzo d’Orleans, lì resta, dove la volle Raffaele Lombardo, un’era politica fa. Su quella poltrona da cui i grillini vorrebbero cacciarla. Dopo la censura all’Ars, i 5 Stelle hanno presentato una interrogazione al governo Renzi, firmata da Giulia Di Vita, per chiedere lo “stop al contratto del segretario generale della Regione, Patrizia Monterosso, e a tutti quelli dirigenziali effettuati dopo l’entrata in vigore delle legge 7 agosto 2014, la cosiddetta delega Madia”, una norma che limita la possibilità di conferire incarichi dirigenziali in caso di condanne della magistratura contabile. Una presa di posizione, quella della grillina palermitana, apprezzata anche dal deputato regionale dell’Mpa Giovanni Greco. Difficile immaginare che basterà a scomporre il self control di Patrizia, dopo la prova di San Macuto.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI