PARMA – È durata poco meno di 30 minuti la visita dei familiari di Totò Riina alla salma del capo mafia, nella camere mortuaria dell’ospedale ‘Maggiore’ di Parma. La vedova Ninetta Bagarella e i figli Salvo e Maria Concetta sono usciti dal palazzo e hanno lasciato l’ospedale insieme all’avvocato Luca Cianferoni, che li aveva attesi all’esterno dell’edificio. Nessun elemento particolare sarebbe emerso dall’autopsia eseguita dal medico legale Rosa Gaudio e disposta dalla Procura di Parma quasi come atto dovuto.
Riina sarà sepolto nel cimitero comunale di Corleone, dove già si trovano Michele Navarra, Luciano Liggio e le ceneri di Bernardo Provenzano: il gotha della mafia corleonese che ha spadroneggiato dal dopoguerra. Nel cimitero c’è anche l’urna coi resti di Placido Rizzotto, il sindacalista della Cgil ucciso nel ’48 da Luciano Liggio e dai suoi sgherri (i cui resti furono recuperati nel 2009 negli anfratti del cimitero di mafia a Rocca Busambra). Per i funerali del sindacalista, nel maggio 2012, venne a Corleone anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Nel cimitero di Corleone aleggiano anche i misteri della tomba in cui furono trovati due scheletri: uno dei due crani ha un buco, segno di un colpo di arma da fuoco. Quel cadavere, nella sepoltura che una volta era stata di Bernardino Verro – sindaco socialista ucciso dalla mafia – sarebbe di Calogero Bagarella, ucciso nella strage di viale Lazio e cognato di Riina. Un cadavere sepolto di nascosto e in fretta e furia. Al cimitero, e forse a quei due scheletri senza nome, sarebbe legato anche l’omicidio nel 1976 dell’impresario di pompe funebri Francesco Coniglio. Uno che del cimitero e delle sue tombe conosceva ogni segreto.
Sui tempi del trasferimento della salma in Sicilia non ci sono certezze. Si parla di lunedì. Bisogna attendere il nulla osta della magistratura.