PALERMO – Sussurrato per mesi nel chiacchiericcio come la pietra dello scandalo, lo “sbiancamento anale” dell’ex presidente della Regione Rosario Crocetta diventa materia processuale.
Sono queste le parole usate in aula da Antonio Iacono, anestesista a Villa Sofia al processo che vede imputati, fra gli altri, Giacomo Sampieri e Matteo Tutino, che dell’ospedale palermitano furono rispettivamente commissario e primario di Chirurgia plastica.
Avrebbe dovuto essere Matteo Tutino, che era anche medico personale di Crocetta, ad eseguire l’intervento che, secondo il testimone, era stato programmato. Alla fine saltò per la protesta degli infermieri. Iacono ha ricostruito la vicenda rispondendo alle domande del pubblico ministero Giacomo Brandini e ha parlato di un doppio intervento: lifting addominale e sbiancamento.
È facile immaginare quali saranno le mosse delle difese degli imputati quando, il prossimo 29 novembre, faranno il contro esame del testimone. Iacono, infatti, ha già reso due testimonianze nel corso delle indagini preliminari e mai aveva parlato del particolare intervento chirurgico.
Perché lo ha fatto solo adesso, sui suoi ricordi ha pesato il tam tam mediatico? Di certo, se davvero le cose fossero andate come racconta Iacono, si tratterebbe di una conferma all’impianto accusatorio, secondo cui Tutino avrebbe eseguito in ospedale interventi di chirurgia estetica vietati in una struttura pubblica.
Iacono ha aggiunto che quando raccolse le proteste degli infermieri per quell’intervento inusuale fu lui stesso a parlarne con Sampieri. Poi, non ha saputo quali furono le decisioni del commissario. L’intervento non si fece più. Sampieri, che ascoltava in aula, tramite il suo legale, l’avvocato Vincenzo Lo Re, fa sapere che non parlò mai di quell’intervento con Iacono.
“Sbiancamento anale? Io non l’ho mai fatto, perché dovrei farlo? Sin da bambino adoravo l’abbronzatura integrale”, disse Crocetta a La Zanzara su Radio 24 nei giorni in cui esplodeva lo scandalo giudiziario. Una riposta al chiacchiericcio, ma ora la vicenda assume un altro valore.
La nota dei difensori di Tutino, gli avvocati Sabrina Donato e Carlo Taormina:
“Il processo che si sta celebrando in dibattimento dinanzi alla III Sezione Penale del Tribunale di Palermo, a carico del Primario di Chirurgia Plastica di Villa Sofia, mostra sempre più il vero volto di un approdo giudiziario che il Dr. Matteo Tutino sta pagando a causa di manovre, invidie e pettegolezzi attraverso i quali, complici anche consapevoli o inconsapevoli inquirenti, si è voluto disarcionarlo dalla sua posizione apicale per prenderne il posto. Già dalla prima parte del dibattimento, era emerso che i fatti contestati al Dr. Tutino non soltanto non rivestivano alcuna illiceità perché gli interventi praticati erano quelli consentiti dalla legge ma che non lo riguardavano. Particolarmente per quanto concerne la falsificazione delle cartelle cliniche, la quale, ove sussistente, fu opera altrui senza alcun coinvolgimento del Dr. Tutino.
Le testimonianze in corso danno dimostrazione che personaggi come il Dr. Sajeva, che ha confessato il suo rapporto di amicizia con il maresciallo Torchiano, autore di molta parte dell’inchiesta che ha determinato le accuse nei confronti del Dr. Tutino, ha intrapreso gli attacchi contro quest’ultimo in quanto vincitore del concorso per la nomina al primariato che egli esercitava come facente funzioni. La cronologia dei fatti dimostra che l’attacco, di cui il Dr. Saieva è protagonista, ha sortito l’effetto voluto, cioè quello della cacciata del Dr. Tutino e del suo ritorno al ruolo di facente funzioni per il settore della chirurgia plastica presso l’Ospedale Villa Sofia.
Questa la realtà che organi di stampa carenti del minimo di obiettivtà hanno occultato, lanciando provocazioni sullo sbiancamento anale del Presidente Crocetta, mai praticato e soprattutto non costituente oggetto di alcuna contestazione.
La strana circostanza è stata provocatoriamente dichiarata dal teste Iacono, senza che mai in precedenza ne avesse fatto cenno. Contrariamente alle provocazioni mediatiche, il Dr. Tutino non avrà nulla da chiedere al Dr. Iacono nella prossima udienza perché intende trattare solo delle contestazioni mossegli, la cui consistenza si è in realtà sgretolata nella istruttoria dibattimentale.
Sarà compito della Procura di Caltanissetta individuare i responsabili della trama ordita in danno del Dr. Tutino, che a quella magistratura si è rivolto”.