Per il presidente della commissione parlamentare antimafia la cosiddetta trattativa, “o qualcosa di simile”, ci fu. La considerazione viene fuori dalla relazione dedicata ai grandi delitti e le stragi di mafia del ’92 e ’93, attraverso la quale si lancia un allarme: “Cosa Nostra ha forse rinunciato all’idea di confrontarsi da pari a pari con lo Stato, ma non ha certo rinunciato alla politica”.
“È ragionevole ipotizzare – si legge nella relazione – che nella stagione dei grandi delitti e delle stragi si sia verificata una convergenza di interessi tra Cosa Nostra, altre organizzazioni criminali, logge massoniche segrete, pezzi deviati delle istituzioni, mondo degli affari e della politica. Questa attitudine a entrare in combinazioni diverse è nella storia della mafia e, soprattutto è nella natura stessa della borghesia mafiosa”.
Quindi Pisanu conferma che ci sono abbastanza elementi per affermare che ci siano state due trattative: quella Mori-Ciancimino e un’altra, ai più meno nota, con protagonisti Bellini-Gioè-Brusca-Riina, con obiettivo il patrimonio storico e artistico dello Stato.
Nella sua relazione l’ex ministro dell’Interno dice che, forse, Lorenzo Narracci, già collaboratore di Bruno Contrada, come funzionario del Sisde a Palermo, e tuttora in servizio all’Aisi, è indagato a Caltanissetta. Narracci era stato chiamato in causa da Massimo Ciancimino come “accompagnatore del misterioso signor Franco o Carlo” che avrebbe assiduamente seguito l’ex sindaco di Palermo nel corso della cosiddetta “trattativà tra Stato e Cosa Nostra.
In particolare nel capitolo dedicato alla strage di via D’Amelio, Pisanu scrive che “le prime indagini avrebbero subito rilevanti forzature anche ad opera di funzionari della polizia di Stato legati ai servizi segreti. Ora é legittimo chiedersi se tali forzature nacquero dal’ansia degli investigatori di dare una risposta appagante all’opinione pubblica sconvolta o se invece nacquero ad un deliberato proposito di depistaggio. Non ci sono, almeno per ora, risposte documentate. Sulla scena, comunque, riappaiono le ombre dei servizi segreti. Prima fra tutte, quella del dottor Lorenzo Narracci a quanto pare indagato a Caltanissetta”. Sempre riferendosi al funzionario dell’AISI, Pisanu scrive ancora:”Gaspare Spatuzza lo ha vagamente riconosciuto in fotografia come persona esterna a Cosa Nostra; mentre Massimo Ciancimino, testimone piuttosto discusso, lo ha indagato come accompagnatore del misterioso signor Franco o Carlo” che secondo il figlio dell’ex sindaco di Palermo avrebbe seguito Vito Ciancimino nel corso della ” cosiddette ‘trattativa’ tra Stato e ‘Cosa Nostra’”.