CATANIA – In casa dem deputati, dirigenti e militanti scaldano i motori in vista del congresso. La corsa alla segreteria nazionale sta per prendere il via e i big etnei sono ai blocchi di partenza. Centometristi, maratoneti e sprinter si sono posizionati sullo scacchiere congressuale pronti a correre fino all’ultimo voto. In ballo c’è un posto all’assemblea nazionale e la possibilità di votare il segretario del partito. Determinare non solo in quali acque navigherà il vascello, ma anche chi ne terrà il timone. L’ex premier Matteo Renzi scalpita per una riconferma, ma sulla sua strada trova il ministro della Giustizia Andrea Orlando, politico di razza con una storia tutta a sinistra, e il masaniello pugliese Michele Emiliano. La provincia etnea sembrerebbe aver retto bene all’urto scissionista e al momento non si regista nessuna diaspora verso i lidi dei “Progressisti e Democratici” presidiati da quella che fu la ditta. L’imminente congresso ha portato alla rimodulazione delle correnti interne con qualche spaccatura e qualche momentaneo arrivederci. Si tratta di dinamiche nazionali con inevitabili ricadute a livello locale. Un primo divorzio si regista tra i giovani turchi con Orfini che non seguirà Orlando, ma sosterrà il rottamatore fiorentino. Scenario analogo in “Sinistra è Cambiamento” con la separazione consensuale tra il ministro Maurizio Martina e l’ex sindacalista Cesare Damiano: il primo sosterrà Matteo Renzi, il secondo il guardasigilli.
I movimenti tellurici su scala nazionale sono stati già in parte riprodotti a livello locale. Così è possibile definire con certezza il perimetro delle compagini che a Catania supporteranno la corsa di Andrea Orlando: l’area legata al deputato nazionale Giuseppe Berretta, storico punto di riferimento etneo del ministro della Giustizia, e il gruppo Demosì (in quota Damiano) rappresentato dalle deputate Concetta Raia e Luisa Albanella e dall’assessore Angelo Villari. A sostegno di Orlando si è schierata un’altra vecchia conoscenza della politica catanese: la ministra Anna Finocchiaro. Tornando ai due gruppi catanesi, invece, sembra di rivedere una diapositiva dello scorso congresso quando le due aree, profondamente distanti a livello locale, sostennero insieme la corsa di Gianni Cuperlo alla segreteria. Ma questa non è l’unica alchimia distante dai posizionamenti locali.
La mappa del frastagliato arcipelago renziano parla da sé. Si va dal sindaco liberal Enzo Bianco al parlamentare cattolico Giovanni Burtone, passando per il deputato regionale Gianfranco Vullo fino agli ex Articolo 4 di rito neorenziano: Luca Sammartino, Valeria Sudano e Pippo Raffaele Nicotra. Tra i Renzi boys ci sono l’assessore regionale franceschiniano Anthony Barbagallo, i Futuredem di Giulio Seminara e con ogni probabilità, il segretario regionale Fausto Raciti, ex giovane turco molto vicino a Matteo Orfini. Infine, in sostegno di Michele Emiliano, considerando l’impegno formale di Beppe Lumia, potrebbe scendere in campo qualche crocettiano catanese come l’assessore Luigi Bosco o Giuseppe Caudo, braccio destro del presidente della Regione. Ipotesi queste non corroborate, al momento, da dichiarazioni ufficiali. Una volta confermati i sostegni a rispettivi candidati si aprirà la partita più complicata. La road-map prevede due passaggi: il voto dei tesserati nei circoli e le primarie aperte a tutti. All’appuntamento, però, si arriva dopo avere compilato le liste con i nomi collegati ai diversi candidati. In occasione della scorsa tornata ogni candidato alla segretaria godeva del sostegno di una lista su Catania città e di una sul livello provinciale. Uno schema che dovrebbe riproporsi, anche se si vocifera dell’intenzione di alcuni di fare più liste a sostegno dei candidati, un’opzione che sembrerebbe caldeggiata a livello nazionale dai franceschiniani di Areadem e che a livello locale potrebbe evitare a tanti dirigenti piddini l’imbarazzo di correre insieme ad esponenti non molto graditi che sostengono però il medesimo segretario. Una scelta che avrebbe però il sapore di una conta interna. Eventuali decisioni di questo tipo dovrebbero in ogni caso passare dal livello regionale del partito e non sembrerebbero troppo plausibili. A quel punto si sgomiterà all’interno delle liste per ottenere il posizionamento migliore e la cosa potrebbe già creare qualche frizione. Ne sapremo di più nei prossimi giorni.