CATANIA. “Dal rapporto 2016 Movimprese abbiamo avuto conferma della crescita zero a Catania. Questo territorio, che ancora non vede la ripresa, è in coda tra le province siciliane per natalità-mortalità delle aziende iscritte ai registri delle Camere di Commercio. Un dato inquietante, un altro. Molte le cause. Fra queste, certamente, l’ormai insopportabile degrado della Zona industriale!”. Lo afferma il segretario generale della Uil di Catania, Fortunato Parisi, che aggiunge: “La Zona industriale versa in condizioni pietose e migliaia di lavoratori vivono ogni giorno gravi disagi, esponendosi a rischi. Le piogge di questi ultimi mesi hanno peggiorato lo stato del manto stradale, provocando danni ai mezzi di trasporto e creando rischi alle persone. Strade-gruviera, illuminazione assente o insufficiente, erbacce sono il panorama desolante di quell’area”.
Parisi protesta: “La gestione della Zona industriale ricade sull’Irsap, un ente-fantasma creato dalla Regione in un quadro fallimentare di riforme soltanto annunciate. Le responsabilità di un ente non consentono agli altri di fare spallucce. Comune ed ex Provincia, la Città Metropolitana, intervengano per rivendicare efficienza e attenzioni sinora negate. Chiediamo iniziative concrete perché sindacati, imprenditori e comitati spontanei non continuino a essere voci che gridano nel deserto. Proprio noi della Uil, ad esempio, provammo la frustrante sensazione di chi grida nel deserto quando in estate denunciammo che la Regione attraverso l’Irsap aveva destinato appena 2 milioni 303 mila euro, su 50 complessivamente disponibili in Sicilia, per la riqualificazione della rete viaria nella Zona industriale di Catania e dimenticato del tutto l’ex Asi di Caltagirone, malgrado la dichiarazione di “pubblica utilità, indifferibilità e urgenza” del progetto di asse di spina per l’area attrezzata di Mazzarrone”.
“E’ inammissibile – conclude Fortunato Parisi – constatare condizioni di sottosviluppo tanto vistose. In Prefettura, o altrove, vengano convocati urgentemente alla presenza delle organizzazioni dei lavoratori tutti i soggetti istituzionali che hanno competenza territoriale. Innanzitutto, siano chiamati i vertici di quegli enti che hanno obbligo diretto di intervento in Zona industriale. Rispondano di cosa hanno fatto, di cosa intendono fare, per sanare una situazione carica di pericoli e destinata a prolungare una “crescita zero” che adesso è persino certificata”.