CATANIA – E’ il turno dei testimoni chiamati dalla difesa di Raffaele e Toti Lombardo. La giudice Laura Benanti ascolta i racconti che partono dagli anni del movimento giovanile democristiano e arrivano fino alle elezioni regionali del 2012. “Mai offerte di posti di lavoro da parte di Raffaele Lombardo” – sostengono.
Si parte con il secondo della lista, poiché l’ex vicesindaco Mario Chisari è assente per motivi personali. Chiamato al banco, Salvatore Currao ripercorre la conoscenza politica di Lombardo risalente agli anni della delegazione giovanile della democrazia cristiana. Anni in cui viene collocato il rapporto di conoscenza tra Letterio Privitera (padre di Ernesto, coimputato in questo processo nda) e Giuseppe Lombardo padre di Raffaele. Gli anni di militanza nel movimento giovanile, vera e propria “palestra” politica, dalla quale provengono molti degli esponenti politici che accompagneranno nel corso degli anni l’ex presidente della regione.
Uno su tutti Giuseppe Reina, il quale, grazie anche al progetto lombardiano, è arrivato a ricoprire la carica di sottosegretario di Stato nel 2008. In parte, la testimonianza di Reina è condita da elogi a Raffaele Lombardo che suonano come una difesa non richiesta, tanto da sollecitare le opposizioni dei Pm Rocco Liguori e Lina Trovato e accolte dalla giudice Laura Benanti. Per il resto, quanto riferito dall’ex deputato, traccia il profilo che interessa alla difesa ovvero: da una parte, confermare il coinvolgimento di tutti i “quadri” del movimento per l’autonomia nella redazione delle liste per le elezioni regionali del 2012; dall’altra confutare le presunte vanterie di Ernesto Privitera, il quale nelle varie conversazioni telefoniche, diceva di avere un peso “elettorale” anche a Misterbianco. Giuseppe Reina dichiara in aula di non poter annoverare Privitera tra i “big” della cittadina.
Anche Margherita Ferro al banco dei testimoni, l’ex assessore provinciale spiega la nascita della relazione politica con Raffaele. Divenuta militante dell’Mpa, seguiva da vicino le attività di segreteria politica, confermando che la presenza di Ernesto Privitera fosse una costante soprattutto alle manifestazioni organizzate dal movimento. Per le elezioni regionali del 2012, aveva deciso di sostenere Toti Lombardo, non aveva pensato a candidarsi. Opportunità che però le venne offerta da Raffaele Lombardo stesso: “La mia fu una candidatura di servizio – dichiara in aula, l’ex commissario alle terme di Acireale – non è bello candidarsi sapendo di non poter essere eletti”. “Non mi sostenne nessuno – continua Ferro – gli 818 voti che ho ottenuto, sono tutti miei”.
Qualche scambio con l’accusa lo ha avuto Francesco Saglimbene, chirurgo del Garibaldi e altro “amico politico” di Raffaele Lombardo. Il pm Liguori incalza il testimone chiedendogli in sostanza il motivo per cui, durante la sua esposizione, avesse citato il contenuto di una precisa intercettazione avvenuta con Ernesto Privitera. “Io parlavo sempre di Lombardo quando Privitera mi chiamava per discutere motivi politici – risponde l’ex candidato di Futuro e Libertà alle regionali 2012 – le altre volte mi chiamava per questioni di salute, lo conosco da 35 anni”.
La testimonianza di Francesco Luca, anche lui vecchio militante del movimento giovanile democristiano, si limita al racconto della chiamata di Raffaele Lombardo in campagna elettorale per le regionali. Alla richiesta di sostegno per Toti rispose di essere già “impegnato”. Dello stesso tenore, le dichiarazioni di Carmelo Tagliaferro, ex consigliere provinciale. I 4900 voti, ottenuti alle regionali 2012 nella lista Fli, sono frutto anche del sostegno di Angelo Lombardo, il quale si impegnò per candidati diversi da suo nipote, segno evidente di una apertura di Raffaele verso un sostegno “diffuso” alle liste riconducibili al movimento. Tutti i testimoni hanno dichiarato di non aver mai ricevuto offerte di “posti di lavoro” da Raffaele Lombardo.