CATANIA. Sei anni oggi. Sei anni da quel maledetto derby. Sei anni da quella tragica, assurda, sera. Filippo Raciti non c’è più da allora. L’ispettore di polizia messo a servizio d’ordine come era accaduto tantissime altre volte di una partita di calcio: di un Catania-Palermo che fini col cambiare tante cose. O, forse, di cose ne ha cambiate troppo poche. Tra i festeggiamenti in onore della santuzza e le polemiche sullo stato finanziario delle casse del Comune, il ricordo di Filippo Raciti passa quasi inosservato. Un 2 febbraio che, sei anni dopo, rivede in campo il Catania di sera: si va a Napoli con tante speranze ed ambizioni. Cosa sia restato da quel 2 febbraio del 2002 è quasi retorico dirlo. Di certo, al di là delle vicende giudiziarie che ne sono seguite e del clamore planetario che suscitò un fatto di questa portata, una patina di indifferenza ha assalito la morte di Filippo Raciti.
Il Calcio Catania sul suo sito ufficiale ha ricordato premurosamente: “Nel sesto anniversario della tragica scomparsa, il Calcio Catania rende omaggio alla memoria dell’Ispettore Capo della Polizia di Stato Filippo Raciti e rivolge un affettuoso pensiero alla famiglia del valoroso tutore dell’ordine”. La vita continua e la macchina del calcio va avanti. Ma, sei anni dopo: cos’è cambiato?