La crisi economica è ritenuta dal movimento antagonista una “favorevole opportunità” per “radicalizzare il disagio sociale”, ma la congiuntura appare anche “destinata ad accrescere i margini di infiltrazione criminale nel tessuto produttivo e imprenditoriale”. Lo dicono i Servizi nella Relazione al Parlamento.
Nella relazione si sottolinea che “la crisi di liquidità ha offerto margini ulteriori all’attivismo di organizzazioni criminali nei circuiti economico-finanziari. Per la criminalità organizzata in particolare si è consolidata la tendenza a sviluppare e radicare il profilo affaristico nelle realtà del centro-nord”, specie attraverso “la compartecipazione occulta e l’inserimento di capitali illeciti in aziende in crisi”. In questo senso “é prevedibile un ampliamento dell’esercizio diretto di impresa da parte delle aggregazioni criminali, funzionale non solo al riciclaggio degli ingenti capitali illeciti e all’infiltrazione e ‘gestione’ degli appalti pubblici, ma anche alla creazione di reti relazionali e all’acquisizione di ulteriore consenso sociale attraverso l’offerta di posti di lavoro”. La mafia, inoltre, si sta orientando “verso nuovi settori produttivi (energetico, ambientale, scommesse on line) pur mantenendo il coinvolgimento nei tradizionali ambiti quali l’edilizia, l’immobiliare, la grande distribuzione, i rifiuti”.
“I sodalizi mafiosi sono intenzionati a proiettare le loro attività criminali verso le regioni più ricche del centro nord” ed è “prevedibile” che “incrementino la ricerca di contatti e mediazioni per l’inserimento di propri referenti nei circuiti decisionali territoriali”. E’ quanto affermano i Servizi nella Relazione 2001 al Parlamento. In particolare “i gruppi ‘ndranghetisti appaiono determinati a intensificare l’esercizio di pressioni collusive e corruttive volte a condizionare le strutture amministrative di governo del territorio non solo nella regione di origine, ma soprattutto in quelle di proiezione del centro-nord, al fine di inserirsi negli appalti e subappalti relativi alle più importanti opere pubbliche, specie quelle stradali, autostradali, ferroviarie e portuali”. Riguardo alla camorra, il cartello casalese “ha sviluppato cospicui interessi economici” specie “in Emilia Romagna, Lazio, Umbria e Abruzzo”.