PALERMO – Alino Diamanti senza peli sulla lingua. Arrivati al termine di una stagione drammatica, il fantasista toscano si toglie parecchi sassolini dalle scarpe: “Ero venuto con un entusiasmo che non avevo da anni, per dimostrare quanto avevo e ho da dare. Alcuni miei colleghi mi aveva messo in guardia, Gilardino ricordava cose che non andavano e altre molto belle – spiega al Corriere dello Sport -. Qui mi sono trovato a meraviglia: la genuinità della gente, l’accoglienza dedicata alla famiglia. Devo a questo se, nonostante tutto, non ho mollato. Non ero e non mi sento il salvatore della patria o un fenomeno. Messo nelle condizioni giuste posso essere ancora una valore aggiunto. Zamparini? Ha fatto tutto lui, mi ha voluto. Ci siamo trovati d’accordo in un minuto, la proposta era importante. Poi ci siamo visti poco. Certo, non mi ha fatto un complimento”.
“Sono sempre stato al mio posto e spero che il mio comportamento sia stato apprezzato – prosegue Diamanti -. Cammino a testa alta, nessuno mi ha regalato niente. Non auguro a nessuno collega di qualsiasi categoria di essere trattato come hanno fatto me. Sono stato bistrattato, hanno cercato di togliermi passione, di delegittimarmi e, sinceramente, ci sono riusciti. In vent’anni di carriera non mi era mai successo. Una cosa sola non mi strapperanno: la professionalità, cioè la voglia di sacrificarmi e migliorarmi. Ad un soffio dai 34 anni, non mi sento al capolinea. Con Baccaglini abbiamo parlato, mi ha fatto una grandissima impressione e ho tante speranze. Ha dato coraggio, ha tante idee, ho buone sensazioni che riesca a trasformare in realtà le sue ambizioni. Baccaglini ha ragione nel dire che molti giocatori non faranno parte del progetto futuro”.
E sul futuro, Diamanti si dice disposto a rimanere anche in B: “Ho una ferita aperta e un contratto che vorrei rispettare anche in serie B. Non chiedo di diventare leader, ma di essere trattato con educazione, sudare come faccio ogni giorno, accettare se è il caso panchine e tribune, mantenere equilibri nello spogliatoio che è la cosa più importante. Disposto a giocarmi tutto in un ambiente che mi considera e con un allenatore che non mi vada contro. Non ho mai saltato un allenamento o mancato di rispetto. Capisco lo stato d’animo dei tifosi, si sentono traditi e non c’è cosa più brutta di non identificarsi nella squadra del cuore. Con Ballardini abbiamo parlato due volte per un minuto: quando sono arrivato e quando mi ha comunicato che andava via. De Zerbi è uno con le palle, l’unico che mi ha fatto sentire parte del progetto. Il gruppo? Nei momenti di difficoltà non ci siamo mai compattati, anzi ci siamo sciolti. Da quando ci sono io non c’è mai stato una squadra, solo un gruppo di ragazzi, però so che l’anno scorso era uguale”.