PALERMO – Il Comune di Palermo riprende la lotta alla ludopatia sul territorio del capoluogo siciliano. Con una nuova ordinanza il sindaco Leoluca Orlando torna a regolamentare l’utilizzo di apparecchi da gioco e sale scommesse, così come i relativi orari di funzionamento e apertura. Stavolta con motivazioni ritenute più solide e in grado di scongiurare una sospensione del provvedimento già avvenuta nel recente passato.
L’ordinanza del primo cittadino vieta l’apertura di sale da gioco “sia tradizionali che video lottery terminal, e di spazi per il gioco”, ma anche “l’installazione di apparecchi con vincite in denaro localizzati a meno di 500 metri, misurati secondo il percorso pedonale più breve, da istituti scolastici, luoghi di culto, centri di aggregazione sociale, centri giovanili, ricreativi, sportivi, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale”.
Stangata anche sugli orari di esercizio delle sale gioco e dell’uso di apparecchi collocati in attività commerciali bar, ristoranti o alberghi: previsti turni dalle ore 9 alle ore 13, e dalle ore 19 alle ore 24 di tutti i giorni, festivi compresi. Inoltre, in tutti gli esercizi in cui sono installati apparecchi da gioco in denaro, il titolare avrà l’obbligo di esporre sia un cartello all’esterno del locale con gli orari di apertura, sia un cartello con formule di avvertimento sul rischio di dipendenza dai giochi con vincita in denaro (ben visibile al pubblico). La violazione delle prescrizioni comporterà una sanzione amministrativa da 100 a 500 euro e, in caso di recidiva, la sospensione degli apparecchi o la chiusura dell’esercizio per dieci giorni.
La disposizione entrerà comunque in vigore solo dopo il pronunciamento del Tar su un procedimento già in corso, che ha visto la sospensione di una precedente ordinanza del sindaco sul tema. Il Comune ritiene che nella nuova versione siano “meglio specificate le motivazioni del provvedimento legato al contrasto della ludopatia”. A tal proposito viene spiegato che “si è resa necessaria un’ulteriore istruzione rispetto alle risultanze già in possesso degli uffici comunali, alla luce del cosiddetto Decreto Balduzzi sulle misure di prevenzione per contrastare la ludopatia, dei vari interventi sulla problematica da parte della Corte Costituzionale, di alcune sentenze del Consiglio di Stato e di un’approfondita analisi della realtà locale da parte dell’Asp di Palermo”.
L’Azienda sanitaria provinciale ha infatti evidenziato un incremento del numero degli assistiti affetti da ludopatia, passati dai 4.625 del 2017 ai 5.871 del 2019 con un incremento del 27 per cento. Dati che secondo l’amministrazione comunale sono “di gran lunga inferiori alla situazione reale, stante la difficoltà di emersione dei soggetti ludopatici e la conseguente dimensione sommersa del fenomeno”. Inoltre, secondo una nota dell’Asp, “vista la mancanza di adeguati riferimenti a dati socio sanitari, le punte maggiori e più gravi possono collocarsi nelle zone della città più degradate e povere dove l’illusione del ‘vincere facile’ può attecchire con facilità, costituendo un circolo vizioso in cui povertà e azzardo siano strettamente connessi”.
Gli uffici comunali hanno traslato una stima del Ministero della Salute del 2012, sul dato dei giocatori patologici a livello nazionale, incrociandola coi dati Istat al 1° gennaio 2020 relativi alla popolazione del Comune di Palermo. Ne è stato dedotto “che, considerato che a Palermo la popolazione residente in atto è di 657.960 abitanti, i giocatori patologici sarebbero compresi tra i 3.289 e i 14.475 abitanti. Inoltre – aggiunge il Comune – a partire dal dato nazionale possiamo presumere che a Palermo, su un dato di 27.439, sarebbero 8.204 i minorenni della fascia d’età 14-17 anni che avrebbero avuto accesso al gioco d’azzardo legale, pur non avendone i requisiti di legge”.
Orlando ribadisce di aver “fatto con i nostri uffici un ulteriore approfondimento relativo al quadro scientifico e alla situazione locale legata alla dipendenza patologica da gioco. Una valutazione attenta che parte dal bisogno di tutelare la salute dei cittadini e contrastare un fenomeno che sempre più assume i contorni di un dramma umano e sociale. Crediamo – conclude – che vi sia adesso una chiara motivazione dei provvedimenti assunti, che sono tutti a tutela della collettività nel suo complesso”.