PALERMO – Salvatore Patti, uno degli arrestati del blitz per le truffe dei finti morti, voleva trasferirsi in Inghilterra. Il pericolo di fuga, oltre al rischio che venissero perpetrate nuove truffe, ha spinto la Procura a disporre il fermo di sei persone.
Patti era impaziente di lasciare l’Italia, “prima che ci mettono le manette”. Ed impaziente era pure la moglie: “Però io me ne devo andare, io me ne devo andare perché io forse attummuliu (cado in rovina) io già sono attummuliata (rovinata) di nuovo quindi…”.
Anche il cognato, Agostino Patti, fratello di Salvatore, “già se ne vuole perché lui dice io ora stesso me ne andrei perché qua le cose si stanno mettendo male a quanto pare se trovo un lavoro la io non me ne vado a lavorare la pure all’aeroporto non ha importanza…”.
I fratelli Patti attendevano la liquidazione di una delle venti pratiche assicurative finite sotto osservazione dei poliziotti della squadra mobile, ma era meglio fare subito le valigie. “No lui dice che da qua se ne deve andare… con o senza soldi io me ne devo andare con o senza soldi lui se ne deve andare”, diceva la moglie riferendosi a Salvatore Patti.
Il marito era ancora più esplicito: “Lo sai cos’è meglio che così io faccio vado fino in fondo, vado alla Posta, vado qua vado là poi mi mettono le manette e poi c’è chi ci deve andare da solo a Londra”.
Era davvero tutto pronto per la partenza – il 19 ottobre – con destinazione Londra. “… senti una cosa i biglietti sono prenotati?”, chiedeva il marito. E la moglie rispondeva: “19 già tutto fatto”.