Vaccini in esubero, niente piano e sospetti di favoritismi

Vaccini in esubero, niente piano e sospetti di favoritismi

Evitare di sprecare dosi. Ecco spiegati i casi di Scicli e Petralia Sottana

Evitare di sprecare dosi”. Così vengono spiegati i casi di Scicli e Petralia Sottana dove è divampata la polemica sui vaccini anti Covid somministrati a chi non ne aveva diritto in questa prima fase di campagna.

Organizzazione da rivedere

Che ci siano stati dei favoritismi è tutto da verificare, di sicuro qualcosa non funziona dal punto di vista organizzativo. Non c’è un piano sull’utilizzo dei vaccini in esubero e ci si arrangia come si può, specie nei centri della provincia, una volta che le dosi decongelate restano utilizzate. Il caos genera il sospetto che qualcuno faccia il furbo e anticipi il suo turno, magari sfruttando qualche amicizia.

Il caso di Petralia Sottana

Il caso dell’ospedale Madonna dell’Alto, uno dei centri di vaccinazione dell’Asp di Palermo, parte da un post del 5 gennaio di una donna medico in pensione: “Fatto Vaccino anti Covid”. Il primo commento entra nel cuore della questione: “Sono contenta per te, ma sarebbe stato più corretto che prima di vaccinare i medici in pensione venisse vaccinato chi è in prima linea”.

La dottoressa sembra giustificarsi: “Non c’erano solo i medici in pensione ma anche libero professionisti come me, forze dell’ordine, farmacisti, veterinari, personale Covid di ogni genere, sindaci e altro. I dipendenti sono già stati vaccinati”.

La chat delle pelemiche

Il dialogo a distanza prosegue: “Io non ce l’ho con te ma con chi ha negato il vaccino a un accreditato e poi lo ha fatto a chi non ne aveva diritto”; “Negato in che senso?”; “Forse è meglio che ne parliamo in privato”.
Nella discussione interviene un uomo: “Come hai fatto se sei pensionata me lo chiede un collega pensionato”.

A spiegare cosa è accaduto è Maurizio Di Gangi, responsabile del servizio di prevenzione territoriale del distretto sanitario di Petralia Sottana, al sito Madoniepress. C’erano dei vaccini in esubero (c’è gente che non si presenta per impedimenti oppure perché ci rinuncia) e si è evitato di sprecarli, somministrandoli comunque a persone “sensibili” come medici in pensione, farmacisti e forze dell’ordine. Tutto annotato nei registri.

Il punto è che non c’è un piano per l’utilizzo delle dosi che avanzano e che devono essere utilizzate entro cinque giorni dalla fase di decongelamento altrimenti vanno cestinate. Una volta smaltito l’elenco di coloro a cui spetta il vaccino in questa prima fase, in assenza di istruzioni precise, ci si deve affidare alla sensibilità di chi prende le decisioni.

Il caso di Scicli

A Scicli, nel Ragusano, ad esempio, erano avanzate circa 30 dosi di vaccino anti Covid dal programma predisposto dal distretto sanitario che aveva previsto 120 somministrazioni da completare in una giornata. Il giorno dell’Epifania, però, alcune persone non si sono presentate e si è data voce con il passaparola. Risultato: si sono presentati in cento persone e chi è rimasto fuori non l’ha presa bene, parlando di favoritismi.

Il Nas indaga

I carabinieri del Nucleo anti sofisticazione di Ragusa hanno avviato un’indagine. Nel frattempo l’Asp ha deciso di revocare l’incarico al responsabile delle vaccinazioni. Il medico resta comunque alla guida del distretto. La vicenda di Scicli sarebbe dipesa dall’errore materiale di un dipendente che ha diluito tutte le dosi dei flaconi consegnati. Una volta che alcune persone non si sono presentate era impossibile conservare il vaccino. Da qui il passaparola e le polemiche.


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