PALERMO – Il giudice per l’udienza preliminare Fabio Pilato ha assolto Pietro Ventimiglia con la formula perché “il fatto non costituisce reato”. Gli trovarono 13 mila euro addosso, ma è caduta l’accusa di ricettazione.
L’imputato, difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo e Silvana Tortorici, era accusato di impiego di denaro, beni o utilità provenienti da un delitto. In particolare, si trattava di 13.410, di un assegno bancario di 1.580 euro firmato da Salvatore Mulè, un quaderno con indicazioni contabili, polizze di assicurazione e i documenti di un imbarcazione.
Nel 2016 i carabinieri fermarono ad un posto di blocco Silvio Mazzucco, volto noto alle forze dell’ordine. Era in auto con altre tre persone, fra cui Ventimiglia che aveva addosso 3.600 euro in contanti e l’assegno. Altri 9.540 euro furono trovati nella sua casa. La Procura aveva chiesto una condanna a 2 e mesi 8 mesi di reclusione.
La difesa ha fatto emergere che i soldi erano incassi del suo negozio di articoli per la casa a Ballarò.