Vincenzo Gallo, in arte Vincino. Palermitano che vive in continente. Da decenni con le sue vignette sul Corriere della Sera e sul Foglio, ma ancora prima all’Ora, sferza la classe politica nazionale. E farebbe volentieri lo stesso anche con chi amministra la sua città natale: “Se volete da domani scrivo una striscia al giorno su Cammarata, anche a gratis. Fino a quando non se ne va”.
Appunto, Palermo e i suoi tanti problemi. Il sondaggio che abbiamo lanciato sul nostro sito recita: “È tutta colpa di Cammarata?”. Lei cosa risponderebbe?
“Che è anche colpa di Gianfranco Miccichè. Nel 2001, quando Cammarata è stato eletto per la prima volta, ha deciso Miccichè chi dovesse essere il candidato sindaco. Poteva fare eleggere chiunque e invece ha scelto Cammarata, perché pensava di essere lui, da dietro le quinte, il vero sindaco. Ma queste cose nella vita alla fine non vanno mai come le si pensa. Miccichè ci ha messo in questo guaio, e adesso deve toglierci dagli impicci; faccia dimettere i suoi e si vada alle elezioni”.
In questi casi, però, c’è chi dice che la colpa potrebbe essere dell’elettorato. Cammarata è stato legittimamente scelto due volte di seguito per guidare la città.
“Non è colpa dei cittadini. Semmai la colpa è dell’opposizione, che non ha trovato un candidato all’altezza della situazione, che sapesse dare un piano alla città. Lo stesso Leoluca Orlando, nel 2007 non aveva più nulla da dare. In questo momento ci vorrebbero gli stati generali. Bloccare la città per dieci giorni, fino a quando Cammarata non si dimetta”.
Il sindaco negli ultimi giorni è stato raggiunto da due avvisi di garanzia, uno per l’emergenza rifiuti e l’altro per l’operaio Gesip che avrebbe lavorato sulla sua barca. Per conto suo sta attraversando un momento non proprio positivo. Sarebbe troppo crudele sferzarlo con le sue vignette?
“Assolutamente no. Di vignette su di lui ne ho fatte, e ne farò centinaia. Fino a quando non libera la città, facendo posto ad una giunta che ha dei veri progetti per Palermo. Abbiamo bisogno di gente che voglia lavorare e che ami veramente la città”.
Da un’emergenza all’altra. Dai rifiuti ai precari, Palermo è in pericolo?
“La situazione è disastrosa, ma si può solo migliorare. Tutto si può riparare, basta che ci sia una classe politica che pensi in grande”.
Se dissenso e malcontento ci sono, perché l’opposizione non riesce ad organizzare questo movimento di scontento?
“Come quasi venti anni fa si diede vita alla “Primavera palermitana”, sono sicuro che anche ora ci si possa inventare qualcosa di costruttivo. Sono ottimista. La svolta bisogna prima pensarla e poi praticarla”.
Quindi non c’è bisogno né di supereroi o di superpoteri per sistemare quello che a Palermo non va?
“Basta solo fare conto sulle tante energie positive che ci sono”.