CATANIA – È un secondo troncone investigativo dell’inchiesta Fake Credits. Il tassello mancante al puzzle di un sistema illecito che sarebbe stato generato dai meccanismi di compensazione del credito ma tratti da operazioni inesistenti. Dietro quel pezzetto di mosaico si nasconde il noto commercialista catanese, Massimiliano Longo. Al professionista, oltre ad essere uno dei destinatari di un ingente sequestro preventivo disposto dal gip insieme ad Antonio Paladino, è stato notificato l’avviso di conclusione indagini firmato dal sostituto procuratore Fabio Regolo.
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L’inchiesta parte da una denuncia
Nelle 11 pagine del decreto di sequestro firmato dalla gip Giuseppina Montuori è esaminato pezzo per pezzo il ‘costrutto’ investigativo che coinvolge il commercialista. Si parte dalla richiesta avanzata dal legale di Andrea Silvio Giovanni Amata dopo il deposito di diverse testimonianze difensive dalle quali si evinceva come i fratelli Amata, “reali” proprietari della Delivery Express, non avessero “le conoscenze tecniche” per entrare nel merito di operazione fiscali che invece “secondo le dichiarazioni rese da Longo nel corso delle indagini avrebbero gestito in prima persona il collegamento con il “mondo Paladino”. A marzo scorso, inoltre, i rappresentanti della Delivery Express hanno presentato una denuncia querela proprio nei confronti di Paladino e Longo.
La riunione registrata
Ma l’inchiesta della Guardia di Finanza porterebbe a tutt’altra conclusione. Longo sarebbe stato protagonista del sistema. E ad incastrarlo è la registrazione di una riunione del 19.12. 2019 in cui hanno partecipato Paladino, Longo, Amata e in cui si evince che “Longo – scrive il gip – non ha mai preso le distanze dalle operazione di cessione e accollo che hanno interessato la Delivery, e anzi – aggiunge il giudice – era a conoscenza di dettagli di tali operazione, come ad esempio l’esistenza di una fideiussione a garanzia” che però non emerge dalle indagini.
Il ruolo di Longo
Il gip, leggendo gli atti della procura, arriva ad una conclusione: “Dalla lettura della documentazione rinvenuta dagli inquirenti si può sostenere che l’affiliazione al consorzio Confimed (di cui è dominus Antonio Paladino e centro nevralgico del sistema secondo l’inchiesta Fake Credits) da parte di Delivery e il mandato professionale per l’apposizione del visto di conformità siano stati firmati dall’imprenditore senza alcuna reale consapevolezza su richiesta di Longo”.
I bonifici
A “documentare” il coinvolgimento del professionista sia nel sistema illecito, ma anche nella truffa agli inconsapevoli imprenditori, sarebbero per il gip anche i bonifici che Confimed ha effettuato a Longo, anche attraverso altri professionisti compiacenti e società. Importi pressoché equivalenti a quelli pagati dalle società interessate per le operazioni di accollo e cessioni. E ancora c’è uno scambio di messaggi tra Andrea Amata e Massimiliano Longo tra il 4 e il 5 dicembre 2019 in cui si evince che il primo – che sospetta sulla validità dell’operazione di cessione del credito tributario stipulata con Confimed – chiede di parlare con Paladino attraverso l’intervento di Longo. Il commercialista sarebbe insomma il “tramite” con il “mondo Paladino”. I Un ruolo, poi, che emerge anche da alcuni interrogatori degli indagati. In più “le conversazioni e i messaggi intercettati hanno palesato il rapporto confidenziale tra Paladino e Longo”.
Le indagini finanziarie blindano l’inchiesta
Ma sono le indagini finanziare svolte dalle fiamme gialle etnee a fornire la prova regina secondo il gip. “L’esame del flusso di denaro ha consentito di appurare – si legge nel decreto – che dai conti correnti della Confimed Italia, alimentati dai proventi della truffa, si riversa sui conti correnti (camuffate in consulenze, ndr) nella disponibilità del professionista Massimiliano Longo e dello Studio Fla srl (per dovere di precisazione si tratta dello studio costituito in data 19.12.2018, del quale l’indagato possiede i 2/3 delle quote, e il restante 1/3 è riconducibile a una società di cui è amministratrice la moglie)”.
Il troncone principale Fake Crédits
Il troncone principale dell’inchiesta Fake Credits è già giunto in fase di udienza preliminare che si è svolta a metà giugno, ma è stata rinviata ad ottobre per una serie di vizi di notifiche.