A Sala d'Ercole una volta al mese | Chi sono gli assenteisti dell'Ars - Live Sicilia

A Sala d’Ercole una volta al mese | Chi sono gli assenteisti dell’Ars

In 13 hanno disertato almeno la metà delle sedute. Ma mezza Aula è considerata presente "d'ufficio". Tutti i numeri.

Palazzo dei Normanni
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PALERMO – Gino Ioppolo è da poche ore il nuovo sindaco di Caltagirone. E il politico calatino ha già scelto: lascerà lo scranno di Sala d’Ercole per guidare il proprio Comune. Ma l’addio di Ioppolo all’Assemblea regionale sembra essere stato… graduale. È lui, infatti, nel periodo compreso tra il gennaio e il marzo del 2016, il deputato regionale meno presente: Ioppolo in tre mesi si è recato in Aula solo quattro volte. Ma è in buona compagnia, se così si può dire.

Perché appena una presenza in più hanno fatto registrare i colleghi di Sicilia democratica Salvatore Giuffrida e del Psi (ex Megafono) Antonio Malafarina. Presenti solo cinque volte, quindi. Giuffrida precisa di essersi assentato in quei giorni a causa di un infortunio: una frattura all’omero.

Ma non è che in quel periodo Sala d’Ercole si sia ammazzata di lavoro. Le sedute “ai fini amministrativi” (quelle nelle quali quindi si è svolta una votazione) sono state solo 17. Meno di sei al mese. Una e mezza alla settimana. Eppure, nonostante ci trovassimo in mesi caldissimi, quelli che hanno accompagnato l’esame e l’approvazione della Finanziaria, sono tanti i parlamentari assenti per almeno la metà delle sedute previste.

È il caso del parlamentare di Sicilia Futura Nicola D’Agostino (presente solo 7 volte), di Pino Federico (Forza Italia), Pippo Gennuso (Cantiere popolare), Gianfranco Vullo (Pd) con 8 presenze, di Nello Dipasquale (Pd), Vanessa Ferreri (M5S), Nino Germanà (Ncd), Toti Lombardo (Pds), Pippo Nicotra (Pd), Edy Tamajo (Sicilia Futura) con 9 presenze, ovvero tre al mese.

Gli altri? Tutti stakanovisti? I numeri non devono trarre in inganno. In molti casi, infatti, i parlamentari sono considerati presenti “d’ufficio” se ricoprono altre cariche nel Palazzo. Si tratta dei capigruppo (oggi sono dodici), dei nove componenti del consiglio di presidenza, dei nove presidenti delle commissioni e dei componenti del governo regionale. Loro sono “presenti”, insomma, anche se non ci sono fisicamente.

È il caso di Alice Anselmo, Giovanni Ardizzone, Anthony Barbagallo, Giancarlo Cancelleri, Salvatore Cascio, Gianbattista Coltraro, Toto Cordaro, Antonello Cracolici, il governatore Rosario Crocetta, Nino D’Asero, Giovanni Di Giacinto, Roberto Di Mauro, Pippo Digiacomo, Marco Falcone, Mimmo Fazio, Vincenzo Figuccia, Dino Fiorenza, Santi Formica, Marcello Greco, Baldo Gucciardi, Giuseppe Laccoto, Luisa Lantieri, Salvatore Lo Giudice, Giuseppe Lupo, Mariella Maggio, Bruno Marziano, Gianluca Micciché, Nello Musumeci, Nino Oddo, Giuseppe Picciolo, Orazio Ragusa, Concetta Raia, Franco Rinaldi, Paolo Ruggirello, Riccardo Savona, Mimmo Turano, Antonio Venturino e Vincenzo Vinciullo. In tutto, 37 i deputati esentati dal calcolo delle presenze: quasi metà dell’Aula.

Le nuove norme dell’Assemblea regionale hanno previsto però la decurtazione di circa 66 euro dallo stipendio (11.100 euro lordi) per ogni assenza. Ma solo se questa avviene in sedute nelle quali è prevista una votazione. Ma qualche “lavoratore” c’è. I più presenti, tra i deputati “semplici” sono Giovanni Greco (Pds) e Stefano Zito, in Aula 16 volte su 17 nei primi tre mesi dell’anno. A seguire Pietro Alongi (Ncd), Giuseppe Arancio (Pd), Michele Cimino (Sicilia Futura), Nino Dina (Misto), Enzo Fontana (Ncd), Valentina Palmeri (M5S) con 15 presenze. E ancora, tra gli stakanovisti di Palazzo dei Normanni ecco Totò Lentini (Udc) e Giorgio Assenza, presente 14 volte su 17. Anche a costo di smentire il suo cognome.

 


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