CATANIA – Altro che semplice terremoto, le dimissioni del sindaco di Aci Catena presentate ieri aprono uno scenario del tutto inedito sotto il profilo istituzionale. Il Comune guidato fino a ieri da Ascenzio Maesano, attualmente in arresto per aver intascato una presunta tangente, sarà il primo in Sicilia a cui si applicherà la recentissima norma regionale che prevede l’azzeramento contestuale di tutti gli organi politici dell’Ente. Uscendo di scena il sindaco, decadono contemporaneamente anche la Giunta e il Consiglio comunale. Con le nuove linee pubblicate nella Gazzetta ufficiale siciliana appena il 2 settembre di quest’anno, non avverrà più la convivenza – benché limitata nel tempo – di un commissario e dei consiglieri, così come eravamo abituati. Tutto ciò, però, non avverrà nell’immediato. La norma prevede infatti che prima avvenga un passaggio obbligato in Consiglio comunale in cui il presidente comunicherà ufficialmente che il sindaco è dimissionario; dopodiché, bisognerà aspettare ancora venti giorni per l’invio da parte dell’assessorato regionale alla Famiglia di un commissario che avocherà a sé tutte le funzioni comunali fino alla prima data utile per il voto, che presumibilmente sarà la prossima primavera. In quella tornata si voterà anche ad Aci Bonaccorsi, Nicolosi e Sant’Agata li Battiati. Tuttavia, sempre in quell’occasione si sarebbe dovuto votare anche nel Comune catenoto. Le dimissioni di Maesano non hanno fatto altro che anticipare la fine di un mandato comunque in scadenza. Intanto i poteri del primo cittadino sono nelle mani dell’attuale vicesindaco, Giovanni Grasso. Da quanto si apprende, il prossimo Consiglio comunale potrebbe essere convocato già lunedì dal presidente Luigi Lucchesi. C’è incertezza, invece, se i rappresentanti di Aci Catena potranno partecipare al voto per il Consiglio Metropolitano.
Il primo Comune in Sicilia. Ecco cosa accade.
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