PALERMO – Il governo ancora battuto in commissione all’Ars sull’acqua pubblica. “Dopo l’emendamento-Calleri anche il nuovo tentativo di riscrivere la riforma dell’acqua è stato bocciato. In commissione è arrivata una stroncatura netta all’ipotesi di ‘stravolgere’ il ddl, di fronte alla quale il governo dovrebbe riflettere: non si possono fare passi indietro, il processo di ripubblicizzazione dell’acqua deve essere completato”. Lo dicono i parlamentari regionali del Pd Giovanni Panepinto, Marika Cirone di Marco, Concetta Raia, Anthony Barbagallo e Fabrizio Ferrandelli, insieme con la parlamentare dell’Udc Margherita La Rocca Ruvolo.
L’emendamento di riscrittura al disegno di legge sul completamento della riforma del servizio idrico era stato presentato dall’assessore all’Energia Vania Contrafatto, ma è stato bocciato all’unanimità nel corso della seduta di questa mattina della commissione Territorio e Ambiente, presieduta da Giampiero Trizzino.
“Il governo – aggiungono i deputati regionali – prenda atto dell’orientamento sempre più fermo da parte del Parlamento ed eviti altri tentativi di depotenziare una riforma attesa dai cittadini e dal popolo referendario, che deve servire a migliorare i servizi e alleggerire le tariffe. Alla luce del voto di oggi della commissione, l’assessore Contrafatto si è impegnata a sospendere i commissariamenti nei comuni che non hanno riconsegnato gli impianti: è un passo che può servire a creare un clima positivo, è importante fare un buon lavoro in commissione e arrivare in aula con un testo quanto più possibile condiviso”.
“Intendiamo andare avanti permettendo ai Comuni che lo possono fare di gestire l’acqua, e al tempo stesso di consentire a quelli che non possono farlo, di contenere i costi”, spiega Panepinto, che ieri aveva chiesto di “impedire qualunque ingerenza delle ‘lobby dell’acqua’ e garantire un dibattito libero e sereno”.
“Per la terza volta il governo presenta un emendamento di riscrittura che ha fatto cadere tutte le proposte di modifica parlamentari, alcune delle quali avevano un’ampia condivisione che permetterebbe di portare presto la norma in Aula”, spiega il presidente della commissione Trizzino.
A questo punto in commissione si riparte dal testo predisposto dall’allora assessore Nicolò Marino, che era stato frutto di un confronto tra il governo e la commissione. “L’importante è che l’acqua pubblica in Sicilia non costi come l’acqua minerale”, sintetizza Panepinto. Il clima tra Pd e Movimento 5 Stelle, che in passato su questo tema era stato aspro, si è rasserenato. “Il disegno di legge si attende da due anni e quindi l’intento sia del Pd sia dei 5 Stelle è quello di approvare la legge”, dice Trizzino, che auspica un percorso di due settimane per affrontare la cinquantina di emendamenti sul tavolo.