Acqua, pregiudiziale respinta |Il ddl va avanti in Aula - Live Sicilia

Acqua, pregiudiziale respinta |Il ddl va avanti in Aula

L’Ars ha respinto la questione di pregiudiziale di costituzionalità posta sul disegno di legge in materia di risorse idriche presentata da Giovanni Greco. Restano le distanze tra l'assessore Contrafatto e la maggioranza

PALERMO – Dopo quasi due ore di dibattito, l’Ars ha respinto la questione di pregiudiziale di costituzionalità posta sul disegno di legge in materia di risorse idriche presentata da Giovanni Greco. Una questione che ha preceduto la discussione generale sulla riforma.

Tanti i punti critici del testo secondo il deputato del Partito dei siciliani. In particolare, le norme che prevedono la possibilità di una gestione diretta di uno o più comuni, e la previsione della non rilevanza economica del servizio idrico integrato. Una pregiudiziale che ha trovato una sponda nell’Mpa. “Il ddl è stato esitato con parere contrario del governo su quasi tutti i punti, questo vorrà dire qualcosa – ha fatto notare Giovanni Di Mauro -. Credo che Sala d’Ercole debba fare un passo avanti per correggere il tiro e riportare il testo nella giusta direzione”. “La pregiudiziale deve servire all’aula per riflettere su questi punti e cercare di approvare una buona legge”, ha aggiunto Toto Cordaro.

 “Si tratta di una pregiudiziale costruita su un testo diverso da quello approdato in Aula – ha evidenziato il presidente della seconda commissione Giampiero Trizzino -. E per ciò che riguarda la non assoggettabilità a finalità lucrative, faccio notare che il Lazio non ha avuto rilievi in tal senso. Non vedo perché dovrebbe averli la Sicilia”. “Dobbiamo rivendicare la nostra autonomia statutaria in materia di risorse idriche – è il pensiero del deputato Pd Giovanni Panepinto -, senza considerare, inoltre, che non esiste alcuna norma comunitaria che vieti la gestione del servizio idrico ai comuni”.

“Mi sembra paradossale che siano proprio le forze autonomiste ad esasperare tutta questa vicenda sulla costituzionalità – ha affermato il governatore Crocetta -, mi sembra una caduta dal punto di vista ideologico. L’unica costituzione alla quale dobbiamo appellarci è il nostro Statuto, e in materia ci da competenza esclusiva. Questo dovrebbe bastare. Ma a ciò si aggiunga anche il risultato del referendum che ha stabilito il ritorno alla gestione pubblica del servizio idrico. Insomma, a me sembra – ha concluso Crocetta – che dietro questa vicenda ruotino parecchi interessi che nulla hanno a che fare con i problemi di costituzionalità”.

Più volte il presidente Giovanni Ardizzone ha provato a far ritirare la questione pregiudiziale. “Considero un errore il fatto che si sia dovuti ad arrivare al voto – ha detto -. Sarebbe stato preferibile superare le questioni sollevate andando avanti con il dibattito e la discussione degli emendamenti che sono già stati presentati sul punto”.

Dopo la bocciatura della pregiudiziale di costituzionalità, Sala d’Ercole è andata avanti con la discussione generale sulla riforma. Particolarmente atteso l’intervento dell’assessore all’Energia e ai servizi di pubblica utilità Vania Contrafatto, che ha spiegato i motivi del suo voto contrario in commissione su molti punti del testo. “Ho più volte richiamato le normative comunitarie e nazionali che costituiscono il quadro in cui il legislatore regionale deve operare – ha spiegato l’assessore -. La legge ci chiede di organizzare il servizio idrico, cioè individuare gli organi a cui l’Ue destina le risorse per il funzionamento, e che controlleranno chi poi gestirà materialmente il servizio stesso. La legge nazionale lascia alle autonomie locali la libertà di scegliere chi gestirà il servizio tra soggetti privati, misti o pubblici. Ecco perché – ha spiegato Contrfatto – se la legge regionale mette nero su bianco che in Sicilia possono esistere solo enti pubblici, limitando quindi la scelta, questo principio viola norme statali”. Contrfatto si è detta però ottimista sulla legge che verrà fuori dal dibattito in aula. “Sono certa che l’Ars saprà trovare la giusta sintesi per far in modo che la Sicilia abbia una legge chiara”.

“Ci prepariamo ad esaminare ed approvare una delle leggi più significative degli ultimi anni: la riforma siciliana sarà un punto di riferimento anche per le altre regioni”, ha affermato Anthony Barbagallo, relatore del ddl. Che sulle ‘minacce’ di commissariamento da Roma in caso di mancata approvazione della riforma, ha commentato: “comprendiamo l’attenzione del governo nazionale su questo tema, ma non accettiamo lezioni da nessuno. In commissione Territorio e Ambiente ha lavorato una classe dirigente giovane che oggi non può pagare le ‘colpe dei padri’. Abbiamo ha fatto un lavoro straordinario, mi aspetto che tutte le forze politiche abbiano un atteggiamento propositivo e comprenda l’importanza di questa riforma”.

“Con questa riforma abbiamo il dovere di dare una risposta alla povertà che ci sta accanto ma che spesso non vediamo – ha affermato Margherita La Rocca Ruvolo –. A cominciare dalla tariffazione del servizio. Non è possibile che in un piccolo comune come Montevago, di 2500 abitanti, vi siano 80 utenze distaccate, cioè 80 famiglie senz’acqua solo perché non possono permettersi di pagare”, ha spiegato il deputato Udc.  

“Non si può affermare che l’acqua è pubblica se non lo è anche il servizio e oggi abbiamo la possibilità di una svolta – è l’opinione di Valentina Palrmeri del M5s -. A cominciare dalla previsione della tariffazione unica che permetterà di colmare le discrepanze. I siciliani sono tutti uguali”.

“Lavoreremo per approvare il ddl entro il 12 agosto, data in cui si chiuderà la sessione estiva dell’Ars – ha affermato Antonello Cracolici, presidente del gruppo parlamentare del Pd -. Questa riforma è un punto centrale del nostro programma di governo, vogliamo portare avanti la volontà del popolo del referendum ed i principi ispirati alla gestione pubblica dell’acqua”.  

Particolarmente critica l’opposizione, con Forza Italia che ha ironicamente mostrato solidarietà all’assessore Contrafatto. “Rosario Crocetta è stato commissariato da Davide Faraone, e per togliersi qualche sassolino dalla scarpa ha voluto commissariare lei”, è il pensiero espresso da Marco Falcone. Perplessità sono state sollevate dall’Mpa sulla reale possibilità che il personale attualmente impegnato negli enti di diritto privato transiti nei nuovi enti pubblici che gestiranno il servizio idrico. Dubbi condivisi da Assenza di Forza Italia, secondo cui il servizio rischia inoltre la paralisi a causa dei troppi organismi creati dalla riforma. Opinione che ha trovato concorde Santi Formica. “Troppi comitati e comitatini – ha detto il deputato della Lista Musumeci – il cui costo andrà a ricadere naturalmente sui cittadini”.

“Questa legge può rappresentare una grande vittoria che però corre il rischio di trasformarsi in una grande sconfitta se dovesse essere impugnata dal governo – è il pensiero di Michele Cimino del Pdr -. Ecco perché ritengo che il testo sia da approfondire e necessiti un ulteriore momento di confronto”.

Di parere diametralmente opposto Vincenzo Vinciullo. “Non è possibile che il rischio di impugnativa pesi costantemente come una spada di Damocle su questo Parlamento – ha detto il deputato Ncd -. Non possiamo avere paura di legiferare, domandandoci cosa farà il consiglio dei ministri”.

La seduta è stata rinviata a domani alle 16 per l’inizio del voto sui singoli articoli. 

 


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