Adrano, arresti per mafia e droga: cinque in carcere - Live Sicilia

Adrano, mafia e traffico di droga: arrestate cinque persone

Gli uomini sono accusati di avere favorito il clan Santangelo "taccuni", alleato con i Santapaola Ercolano
L'OPERAZIONE
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CATANIA – Trafficavano eroina, cocaina e marijuana: con questa accusa cinque persone sono state arrestate questa mattina dalla Polizia, su delega della Direzione distrettuale antimafia. I cinque sono accusati anche di avere favorito il clan Santangelo “Taccuni”, che nella zona di Adrano rappresenta la famiglia Santapaola Ercolano.

I nomi

Le persone raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare del Gip etneo sono Gaetano Di Giovanni, Salvatore Restivo, Fabio Castelli, Vincenzo Bauso e Agatino Di Marzo. I primi due sono stati condotti in carcere, mentre per gli ultimi tre sono scattati gli arresti domiciliari.

Le indagini

Il provvedimento restrittivo è stato emesso in seguito a indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e svolte congiuntamente, tra i mesi di settembre e dicembre 2019, dal Commissariato di Pubblica sicurezza “Adrano” e dalla Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata.

L’attività di indagine, supportata da intercettazioni telefoniche, ambientali e videoregistrazioni, ha consentito di acquisire significativi elementi di colpevolezza a carico di un sodalizio criminale dedito allo spaccio di eroina, cocaina e marijuana, operante ad Adrano, con al vertice, in qualità di capi promotori, i fratelli Fabio e Vincenzo Castelli, quest’ultimo poi divenuto, in seguito al suo arresto, collaboratore di giustizia.

Il traffico e lo spaccio

Oltre a ricostruire la struttura interna del gruppo criminale, le indagini hanno permesso di risalire ai canali di approvvigionamento di sostanze stupefacenti dell’organizzazione che si riforniva di cocaina e marijuana tramite alcuni trafficanti catanesi appartenenti al clan Santapaola – Ercolano, mentre aveva il proprio fornitore di eroina in un trafficante operante a Palagonia.

Lo smercio delle sostanze stupefacenti avveniva sia all’interno di un’abitazione adibita a piazza di spaccio ubicata in via Rometta ad Adrano che tramite una rete di apparati cellulari “citofono” tramite i quali i pusher dell’organizzazione venivano contattati dagli acquirenti che indicavano loro i quantitativi di sostanza stupefacente che intendevano acquistare.

L’associazione

L’organizzazione, che occultava le proprie scorte di sostanza stupefacente all’interno di un garage ubicato in via La Malfa ad Adrano, faceva confluire gli ingenti proventi del traffico e dello spaccio in una “cassa comune” gestita in modo centralizzato dai fratelli Castelli, i quali erano tenuti a corrisponderne una percentuale ai vertici del clan mafioso Santangelo – “taccuni” di Adrano, sulla cui forza intimidatrice i due fratelli facevano leva per imporre a vari spacciatori adraniti l’obbligo di rifornirsi di cocaina dal loro gruppo criminale.

A tal fine, il gruppo criminale si dotava di armi da sparo, assicurandosi così l’apporto militare necessario a sostenere il confronto con gli altri gruppi malavitosi di Adrano in caso di improvvisi picchi di conflittualità e derive violente.

Gli arresti

Le indagini svolte hanno consentito diversi arresti di membri del gruppo criminale con relativi sequestri di sostanze stupefacenti e armi da sparo: il 4 novembre 2019 l’arresto di Vincenzo Castelli e il sequestro di pistola semiautomatica Beretta calibro 9×21 con matricola abrasa, fucile calibro 12 con matricola abrasa e canne mozzate, 170 grammi di sostanza stupefacente del tipo eroina, kg 1,250 di sostanza stupefacente del tipo marijuana, giubbotto antiproiettile e svariato munizionamento di calibro 380, calibro 7.65 e calibro 12; il 9 novembre 2019 l’arresto di Federico Longo e Giovanni D’Aparo e sequestro di 50 grammi di sostanza stupefacente del tipo eroina; il 23 dicembre 2019 arresto di Fabio Castelli e sequestro di 200 grammi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, 50 grammi di sostanza stupefacente del tipo eroina e 20 cartucce calibro 7.62×39.

“Tutte le ipotesi accusatorie – precisa la Direzione distrettuale antimafia in un comunicato – allo stato avallate dal G.I.P. in sede, dovranno trovare conferma allorché verrà instaurato il contraddittorio tra le parti, come legislativamente previsto”.


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