Aeroporto e incendi Catania, è crisi : "Disdette al 50 per cento"

Aeroporto e incendi, è crisi: “Disdette al 50 per cento”

Prima il rogo al Terminal A di Fontanarossa, poi il fuoco che ha attraversato mezza Sicilia. I turisti spariscono ed è un problema
CATANIA E PROVINCIA
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CATANIA – Dalla chiusura alla riapertura dell’aeroporto Vincenzo Bellini di Fontanarossa: nel mezzo le ripercussioni sul settore del turismo naturalistico sull’Etna. Le disdette dei gruppi, nei giorni scorsi, anno sfiorato il 60 per cento. Carmelo Nicoloso è il coordinatore del Centro Parchi Internazionale del Mezzogiorno d’Italia e guida naturalistica professionistica LAGAP (Libera Associazione Guide Ambientali/escursionistiche Professionistiche): “Viviamo una situazione di grande difficoltà soprattutto dopo l’incendio nello scalo aeroportuale etneo“.

Aeroporto e incendi a Catania, il grido delle guide turistiche

“Noi guide naturalistiche e altre realtà che operano nel nostro comparto abbiamo ricevuto disdette che superano il 50 per cento dei servizi già prenotati – dice Nicoloso – e nel versante sud dell’Etna si vede a occhio nudo la mancanza dei turisti”.

Per quanto riguarda gli incendi che hanno invaso il territorio etneo e il j’accuse susseguitosi nei vari Comuni invasi dalle fiamme sulla mancanza di vigilanza, controllo e tutela del territorio, Carmelo Nicoloso precisa: “Quando si parla di Forestali con numeri e altro dobbiamo fare riferimento a due assessorati Regionali differenti. Il Corpo Forestale della Regione Siciliana, attualmente, è sottodimensionato. Molto al di sotto dei numeri di personale per poter svolgere attività di vigilanza e tutela”.

“Altro discorso è quello legato ai cosiddetti operai forestali stagionali, che fanno riferimento a un altro assessorato – continua Nicoloso – ci riferiamo alla ex Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana oggi Servizio per il Territorio a livello provinciale, ed Ente di sviluppo rurale per quanto riguarda la Regione Siciliana. Su questi numeri siamo lontani dai dati snocciolati sui media. I distaccamenti nel territorio sono fortemente sottodimensionati”.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. “La visione storica della Forestale in Sicilia ha un’importanza strategica – conclude Nicoloso – in riferimento al Corpo Forestale della Regione Siciliana che oggi dovrebbe aprirsi ai concorsi e dare spazio ai giovani formulando un piano di presidio, tutela e vigilanza delle aree protette”.


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