CATANIA – “Non sono emersi elementi atti a dimostrare che la diffusione di notizie giornalistiche e, principalmente, di opinioni abbia influito la valutazione delle azioni Sac, società non quotata in borsa”. E’ questo il cuore del decreto di archiviazione emesso dal Gip Sebastiano Di Giacomo Barbagallo dell’indagine per il reato di aggiotaggio che la Procura di Catania aveva avviato dopo un esposto depositato nel 2013 da Ivan Lo Bello (Presidente della Camera di Commercio di Siracusa, socio Sac), Gaetano Mancini (all’epoca e attuale Ad Sac) ed Enzo Taverniti (ex presidente della Sac). Dopo qualche mese arriverà un nuovo esposto (i firmatari sono gli stessi). Il Giudice ha accolto la richiesta di archiviazione dei due pm Agata Consoli e Giuseppe Sturiale titolari del fascicolo che vedeva indagati Fausto Piazza, Giovanni Spampinato, Luciana Giammanco, Alfio D’Urso, Vito Riggio, Giuseppe Giannone e Nico Torrisi. I primi tre sono i commissari (nominati nel 2012 dall’allora Presidente della Regione Raffaele Lombardo) rispettivamente di Camera di Commercio di Catania, ex Asi e Irsap. D’Urso era componente del Cda Sac, mentre Giannone e Torrisi hanno ricoperto il ruolo di Presidente e Ad della società di gestione dell’aeroporto catanese. L’inchiesta aveva toccato anche il presidente dell’Enac.
Il trio Lo Bello, Mancini e Taverniti parla di una “sapiente regia” – così si legge nel secondo esposto – che ha portato ad un’alterazione del valore di mercato delle azioni Sac. In particolare si denunciava che “da alcuni mesi aveva preso corpo una serrata campagna giornalistica” che avrebbe “tendenzialmente” fornito un’indicazione sulla necessità di “privatizzare” l’aeroporto di Catania. A contribuire al “deprezzamento” sarebbe stati tre fattori: il rinnovo del Cda nel 2012, la proposta di esclusione di Fontanarossa dalla rete nazionale ed europea dei trasporti, e l’insistente – come già detto – campagna stampa. Inoltre la diffusione delle notizie non veritiere (alcune attraverso interviste a Riggio) avveniva in un momento particolarmente difficile per Sac, che aveva dovuto affrontare anche il crack Windjet con tutte le ripercussioni finanziare. Questa è solo una sintesi dei sospetti sollevati nelle decine di pagine dei due esposti.
Le accuse mosse però dopo i meticolosi accertamenti della Procura non hanno trovato riscontro. Oltre alle numerose testimonianze raccolte, la Guardia di Finanza ha svolto precise indagini su delega dei pm. Nel 2014 la Finanza deposita una nota relativa all’individuazione di tutte le società controllate Sac, di tutti i fornitori e concessionarie, verifiche su tutte le gare ad evidenza pubblica concluse da Sac dal 2010. Inoltre i militari hanno raccolto informazioni in merito alle società riconducibili all’imprenditore argentino (che possiede quote di alcuni scali italiani) Eduardo Eurnekian (o Martin Francesco) e delle società amministrate da Roberto Naldi. La Finanza doveva verificare possibili rapporti con il presidente Vito Riggio. Questo perché Mancini aveva accennato a un incontro sospetto nel 2011 tra Riggio, Lombardo e Naldi, che rappresentava il tycoon argentino. Le verifiche non hanno “evidenziato situazioni anomale”. Da qui la richiesta di archiviazione, accolta dal Gip che ha disposto la restituzione degli atti ai pm e ha messo a disposizione delle parti (indagati e persone offese) tutti gli atti del procedimento. Questo potrebbe essere però solo un capitolo (chiuso) del caso. La gestione e il controllo dell’aeroporto di Catania hanno portato nell’ultimo anno a inchieste giudiziarie, polemiche e a una “guerra” di potere. I protagonisti delle due compagini “schierate” oggi sono le stesse del 2012. Non sarebbe quindi una sorpresa se l’archiviazione scatenerà delle “contromosse”.