Agguato a Catania | "Non c'è una guerra in atto" - Live Sicilia

Agguato a Catania | “Non c’è una guerra in atto”

Si segue la pista mafiosa
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Un uomo di 39 anni, Giovanni La Porta, è stato ucciso con diversi colpi di pistola ieri sera a Catania in un agguato avvenuto in via Bellia che gli investigatori ritengono di probabile stampo mafioso. La vittima, seppure in passato risulta denunciata soltanto per reati contro il patrimonio, secondo fonti investigative aveva frequentazioni con esponenti della criminalità organizzata locale. I sicari sono entrati in azione mentre La Porta stava rientrando a casa: lo hanno avvicinato sparandogli diversi colpi di pistola da distanza ravvicinata. L’uomo è morto sul colpo. Sul posto per le indagini sono intervenuti funzionari e agenti della squadra mobile della Questura di Catania che stanno ricostruendo la personalità della vittima e le sue frequentazioni. Per questo la polizia sta gia interrogando familiari e conoscenti di La Porta. Le indagini della Squadra Mobile sono coordinate dalla direzione distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catania.

Potrebbe non essere stato il vero l’obiettivo dei sicari Giovanni La Porta, l’uomo di 39 anni ucciso con diversi colpi di pistola, di cui due-tre al viso, ieri sera nel rione San Cristoforo di Catania in un agguato che gli investigatori ritengono di stampo mafioso. Secondo una tesi presa in considerazione da polizia e Procura, probabilmente gli assassini lo avrebbero confuso con suo cognato, Orazio Magrì, ritenuto affiliato alla cosca Santapaola, che abita nella casa di via Bellia davanti alla quale è stato commesso l’omicidio. Magrì, intanto, si è reso irreperibile: un altro particolare che fa pensare alla polizia che temesse di essere lui l’ obiettivo dei sicari, La Porta, non è considerata elemento di alcun spessore criminale, e avrebbe avuto, secondo questa tesi, il torto di essersi trovato al posto sbagliato al momento sbagliato. Chi gli ha sparato probabilmente non conosceva né lui né suo cognato e questo fa sospettare che chi abbia agito non sia del loro gruppo di amici facendo così escludere un delitto di pulizia interna e rendendo verosimile quello compiuto da un clan rivale. Nelle scorse settimane un presunto gruppo di fuoco del clan dei Carateddi, frazione armata della cosca Cappello e rivale della ‘famiglia’ Santapaolà, è stato fermato dalla polizia a Catania mentre rientrava nel suo covo. Allo stato non ci sono collegamenti tra i due episodi. Le indagini della squadra mobile della Questura di Catania sono coordinate dal sostituto procuratore della Dda etnea Antonino Fanara che ha disposto l’autopsia su La Porta, che sarà eseguita nel pomeriggio.

“L’omicidio di ieri sera dimostra lo stato di fibrillazione e di operatività dei gruppi malavitosi catanesi. Allo stato comunque, e mi auguro sia così, non credo si possa parlare di una vera e propria guerra di mafia a Catania”. Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Catania, Vincenzo D’Agata, sull’agguato di ieri sera nel capoluogo etneo dove è morto Giovanni La Porta, 39 anni. “La persona uccisa ieri era tutt’altro che un personaggio di spicco – ha aggiunto il magistrato – ma un soggetto che aveva libero accesso nella casa di un personaggio di grosso spessore
dell’organizzazione del clan Santapaola. Certamente – ha concluso – una delle tesi piu’ ‘agevoli’ dell’omicidio di ieri potrebbe essere quella dell’aggressione del gruppo Cappello contro i Santapaola. Il clan Cappello, infatti, attraversa una fase di espansione sul territorio. E al momento potrebbero esserci dei nuovi equilibri con scissioni e ricomposizione in più gruppi”. D’Agata infine reputa “meramente residuale” l’ipotesi
dello scambio di persona, ovvero, che La Porta non fosse il vero ‘obiettivo’dei sicari.


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