Agrigento, Cda Aica rimette il mandato: "Soci non ripianano perdite"

Agrigento, il Cda Aica rimette il mandato: “Soci non ripianano perdite”

L'azienda gestisce il servizio idrico integrato nella provincia
LA NOTA
di
2 min di lettura

AGRIGENTO – Il Consiglio di Amministrazione di Aica, l’azienda che gestisce il servizio idrico integrato nell’Agrigentino, ha convocato l’assemblea dei soci per rimettere il proprio mandato. La decisione arriva dopo circa due anni dal suo insediamento, avvenuto il 10 maggio 2023, e in un periodo di “continui attacchi ed esternazioni sulla stampa”, come spiegato in una nota rilasciata dal CDA stesso.

L’incontro è stato l’occasione per rendicontare le attività e gli interventi realizzati, facendo emergere un quadro complesso, segnato da mancati ripianamenti delle perdite da parte dei Comuni soci e da un’elevata morosità degli utenti.

Un bilancio in rosso e spese insostenibili

Dopo l’insediamento, il CDA di Aica aveva proposto ai Comuni soci di ripianare le perdite di gestione registrate negli anni 2021 e 2022, per un importo di 4 milioni 336.549 euro. A fronte di un prestito concesso di 10 milioni, solo il 50 per cento è stato effettivamente utilizzato, a causa della mancata adesione di tutti i Comuni.

Questa situazione ha costretto il CDA a intraprendere un’intensa opera di razionalizzazione dei costi, incremento della capacità di riscossione, miglioramento delle performance gestionali e aumento delle attività di controllo.

Il debito residuo nei confronti di Siciliacque ammonta a circa 19 milioni di euro, nonostante una significativa riduzione delle spese energetiche, passate da circa 15 milioni nel 2022 a 12 milioni nel 2023 e a 10 milioni nel 2024. Il CDA denuncia che “il prezzo praticato dal fornitore, unilateralmente, di 0,69 più Iva al mc, senza alcun contratto, risulta insostenibile per le gravose perdite della rete idrica che determina un quasi raddoppio del costo dell’acquisto all’ingrosso”.

La difficile riscossione e la lotta all’evasione

La riscossione delle tariffe è un altro nodo cruciale. La procedura affidata all’Agenzia delle Entrate ha interessato fino allo scorso anno 2.141 utenti per un totale di 1.412.687 euro. A marzo 2025, è stato emesso un lotto di 4.401 avvisi di costituzione in mora per un totale di 6.365.327 euro.

Nel corso del 2024, sono state inviate 20.979 raccomandate tramite Poste Italiane, ma circa il 20 per cento ha avuto esito negativo a causa di indirizzi “sconosciuti”, “deceduti”, “trasferiti” o “irreperibili”. Per ovviare a questo problema, il CDA ha emanato un atto di indirizzo per affidare il servizio di notifica delle raccomandate a un soggetto qualificato.

Aica dovrà inoltre verificare se i quasi 39.000 utenti (distribuiti in 28 Comuni) che hanno richiesto e ottenuto la disdetta del contratto del servizio idrico facciano ancora uso dell’immobile. Le amministrazioni comunali sono state sollecitate ad autorizzare la società Maggioli, affidataria del servizio di “Ricerca dell’evasione del canone di depurazione e fognario”, a utilizzare la banca dati; al 15 aprile 2025, solo sei comuni hanno accolto l’invito.

“È andato tutto per il verso giusto? No”, conclude la nota del CDA, “Possiamo, però, affermare che abbiamo fatto il possibile in condizioni, spesso, impossibili. Nella consapevolezza di aver svolto fino in fondo il proprio mandato con onestà, trasparenza e con grande senso di responsabilità, decidiamo, pertanto, di rimettere il mandato nelle mani di chi due anni orsono ci ha eletto all’unanimità”.

CONTINUA A LEGGERE LIVESICILIA AGRIGENTO


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI