I commissari di Alitalia, la vecchia compagnia di Stato, che ha cessato di volare il 15 ottobre 2021 dando spazio ad Ita, annunciano il licenziamento di 2.723 persone che negli ultimi due anni erano rimaste in cassa integrazione a zero ore. Lo si legge in una comunicazione che porta la data dell’1 dicembre 2023 inviate ai sindacati e ai ministeri del Lavoro, Imprese e made in Italy, Trasporti.
I dipendenti avranno un trattamento straordinario di integrazione salariale fino al 31 ottobre 2024, così come stabilito da una norma dell’attuale governo. Nelle lettere vi è anche scritto che la vecchia compagnia cesserà di esistere ufficialmente il 15 gennaio 2024.
La lettera
La società “comunica l’avvio di una procedura che determina, suo malgrado, licenziamenti per riduzione di personale”, si legge nella lettera firmata dai commissari Gabriele Fava, Giuseppe Leogrande e Daniele Umberto Santosuosso.
I numeri
E “sebbene non siano stati ultimati i processi di ricollocazione e non siano valutabili i loro esiti definitivi, la loro natura volontaria e la mancata produzione, allo stato, di esiti del loro svolgimento determinano, sempre allo stato, una situazione di eccedenza di personale che, allo stato, coincide con il bacino dei lavoratori sospesi in cigs a zero ore e che è, quindi, quantificabile in 2.668 unità“.
L’iter
Diverse sigle sindacali spiegano che l’avvio del licenziamento è un passaggio obbligato, quindi non a sorpresa, perché l’azienda andrà in liquidazione a metà gennaio, anche perché bisogna avviare la procedura che poi farà scattare la cassa integrazione fino al termine di ottobre 2024. I sindacati avevano chiesto di portare la cigs fino al 2025, cosa che non è stata recepita nel dl Asset.