PALERMO – Un soggiorno unico e memorabile quello di Richard Wagner a Palermo, e una presenza fortemente radicata nell’immaginario collettivo della società palermitana che dopo più di quarant’anni ha riascoltato le note di Das Rheingold, L’oro del Reno. Il prologo della grande saga nibelungica è andato in scena al teatro Massimo, per la regia di Graham Vick, che ha così aperto la stagione di piazza Verdi. Una “prima” che ha avuto come ospite d’onore il ministero dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi, accompagnato dal sindaco Leoluca Orlando e dall’assessore Francesco Giambrone.
Una serata che ha richiamato un pubblico di estimatori del musicista tedesco, di appassionati ma anche di amanti della mondanità e dell’ eleganza, sebbene senza eccessi: molto nero e molto bianco per gli abiti scelti dalle signore palermitane, qualche abito da sera, gioielli preziosi e molte pellicce, lunghe e avvolgenti. Presente, nel palco centrale, il primo cittadino, che della cultura e della musica tedesca è conoscitore ed estimatore.
La rappresentazione è stata preceduta da una mostra, inaugurata dal ministro e dal sindaco, che ripercorre alcune importanti tappe del soggiorno palermitano di Wagner, nel 1881, che nel Grand Hotel et des Palmes terminò l’orchestrazione del Terzo Atto del Parsifal utilizzando un harmonium donato successivamente al Museo del Teatro, pezzo forte della mostra insieme a bozzetti di scena e figurini di alcuni allestimenti wagneriani. Il viaggio wagneriano continua con una selezione del materiale d’archivio del Teatro, una raccolta di costumi e i falchi regali del Lohengrin.
L’oro del Reno e’ stato allestito con la regia dell’inglese Graham Vick, le scene e i costumi di Richard Hudson, i movimenti mimici di Ron Howell e le luci di Giuseppe Di Iorio: una messa in scena appositamente ispirata e concepita per gli spazi del grande teatro palermitano. A dipanare le trame sonore wagneriane, sul podio dell’Orchestra del Massimo e’ stato chiamato il finlandese Pietari. Interpretazioni vocali affidate tra gli altri a Franz Hawlata (Wotan), Sergei Leiferkus (Alberich), Robert Brubaker (Mime). ”Mettere in scena L’oro del Reno – ha detto Graham Vick – e’ una sfida che raccolgo sempre con entusiasmo; l’ho gia’ affrontata a Lisbona ma soprattutto nel mio teatro a Birmingham, dove ho presentato una mia versione cameristica in due sere che ha avuto molto successo. In piu’, si aggiunge il piacere di lavorare in un teatro come il Massimo di Palermo che amo moltissimo, che ha dimostrato negli ultimi anni una maturazione artistica e gestionale significativa, che cerca di rinnovare costantemente la proposta culturale e che, alla luce dei suoi traguardi, esige maggiore attenzione da parte delle istituzioni”.