TRAPANI. “Alla Regione eravamo accerchiati dai Morace”. Ad affermarlo oggi davanti al Tribunale di Trapani è stato l’ex capo di gabinetto dell’assessorato alle Infrastrutture e alla Mobilità, ing. Mario La Rocca , oggi dirigente tecnico all’assessorato regionale ai Beni Culturali dopo essere passato frattanto anche dall’assessorato regionale alla Sanità. La Rocca è stato sentito nell’ambito del secondo troncone del procedimento “Mare Monstrum”, scaturito dall’indagine dei Carabinieri di Trapani sulla cosiddetta “tangentopoli del mare”.
Un lucroso affare quello dei contributi pubblici sulle tratte onorate da e per le isole minori sul quale avrebbero messo per anni le mani, attraverso rapporti di corruzione con la politica e burocrazia regionale, gli armatori Morace, a capo della società Ustica Lines, poi Liberty Lines, leader in Sicilia per il trasporto veloce, Vittorio ed Ettore Morace, padre e figlio, il primo scomparso di recente ed ex patron del Trapani Calcio.
Il processo nel quale ha deposto La Rocca vede principale imputato per corruzione l’ex sottosegretario all’Economia, ed ex senatore, Simona Vicari, e con lei l’ex dirigente regionale alla Mobilità, Salvatrice Severino, quest’ultima anche di turbata libertà degli incanti e Giuseppe Montalto, per traffico illecito di influenze e che all’epoca dei fatti era segretario particolare dell’assessore alla Mobilità Giovanni Pistorio.
La Rocca ha riferito dell’assidua frequentazione degli uffici regionali da parte dei Morace, delle pressioni che venivano esercitate anche grazie ad appoggi che arrivavano dall’interno quanto dall’esterno. Ha fatto riferimento ad una violenta lite che ha detto di avere avuto con l’allora deputato regionale Girolamo Fazio, che frattanto è imputato in un altro processo sempre scaturito dall’indagine “Mare Monstrum” e dove è imputato di corruzione, traffico di influenze illecito e violazione di segreto, e che è oramai arrivato alla fase finale con la requisitoria dei pm fissata per la metà di luglio.
La Rocca ha detto che Fazio lo affrontò proprio per difendere le ragioni dei Morace. Altro passaggio della testimonianza di La Rocca è stata dedicata all’interferenza che sarebbe stata esercitata da Giuseppe Montalto per impedire la nomina del comandante Pino Prestigiacomo, a consulente della commissione parlamentare ai Trasporti. Nomina invisa all’armatore Ettore Morace, che ha patteggiato le accuse lui rivolte ed è stato condannato a 21 mesi, e Montalto avrebbe ubbidito ai voleri dell’armatore: anche contattando esponenti dell’opposizione, si sarebbe occupato di fare bocciare la nomina, anche delegittimando Prestigiacomo sulle sue capacità professionali.
“La verità era quella – ha detto La Rocca – che Prestigiacomo era ed è una persona preparata e professionalmente capace, e temevamo che si allineasse alle posizione di Morace, cosa che avrebbe messo in difficoltà gli uffici”. Sul punto i pm Belvisi e Sardoni hanno evidenziato il contenuto di una intercettazione, un dialogo telefonico tra Montalto e La Rocca:
MONTALTO Pronto
LA ROCCA senti io sto salendo in commissione ti ho scritto che c è anche Totò Lentini dei
nostri in commissione eeee se becco la Maggio le posso chiama parlare
apertamente
MONTALTO ma intanto vediamo di capire da dove partì sta cosa
LA ROCCA Giusè
MONTALTO ma è Prestigiacomo Prestigiacomo il Comandante
LA ROCCA penso proprio di si aspetta
MONTALTO non se ne parla neanche proprio non se ne parla neanche questo ci crea solo
rotture di coglioni a noi
LA ROCCA si Giuseppe eeee Giuseppe Prestigiacomo
MONTALT0 il comandante
LA ROCCA si
MONTALTO ora glielo faccio ammazzare io
LA ROCCA okay
MONTALTO lo faccio ammazzare nel senso politico non è che poi minchia mi finisce
LA ROCCA si esatto ride
MONTALTO ciao
LA ROCCA ciao ciao
La Rocca poi rivolgendosi a Prestigiacomo, presente in aula ha chiesto scusa “per il cattivo pensiero”. I pm hanno chiesto di sentire anche l’attuale deputato regionale Marianna Caronia, inizialmente indagata nell’inchiesta “Mare Monstrum” e per la quale la Procura ha chiesto e ottenuto l’archiviazione.