Morbillo, +230% in Italia | In troppi rifiutano il vaccino - Live Sicilia

Morbillo, +230% in Italia | In troppi rifiutano il vaccino

Colpita soprattutto la fascia d'età tra i 15 e i 39 anni. La preoccupazione del Ministero.

ALLARME
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Dal mese di gennaio 2017 è stato registrato un preoccupante aumento del numero di casi di morbillo in Italia. Lo rende noto il Ministero della Salute. A fronte degli 844 casi di morbillo segnalati nel 2016, dall’inizio dell’anno sono già stati registrati più di 700 casi, un incremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in cui si erano verificati 220 casi, di oltre il 230%. La maggior parte dei casi sono stati segnalati in Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana. Più della la metà fra i 15-39 anni.

Il forte aumento dei casi di morbillo in Italia, segnalato dal ministero della Salute, ”è in gran parte dovuto al numero crescente di genitori che rifiutano la vaccinazione, nonostante le evidenze scientifiche consolidate e nonostante i provvedimenti di alcune regioni che tendono a migliorare le coperture, anche interagendo con le famiglie e i genitori”. A spiegarlo e’ lo stesso ministero in una nota nella quale si precisa che ”sono stati notificati anche diversi casi a trasmissione in ambito sanitario e in operatori sanitari”. Il morbillo continua a circolare nel nostro Paese, secondo le informazioni del ministero, ”a causa della presenza di sacche di popolazione suscettibile, non vaccinata o che non ha completato il ciclo vaccinale a 2 dosi”.

“È ora indispensabile – aggiunge il ministro – intervenire rapidamente con un impegno e una maggiore responsabilità a tutti i livelli, da parte di tutte le istituzioni e degli operatori sanitari, per rendere questa vaccinazione fruibile, aumentandone l’accettazione e la richiesta da parte della popolazione. Analogamente le amministrazioni regionali e delle aziende sanitarie, così come pediatri e medici di medicina generale devono promuovere una campagna di ulteriore responsabilizzazione da parte dei genitori e delle persone non immuni di tutte le età affinché non rinuncino a questa fondamentale opportunità di prevenire una malattia che può essere anche letale”.


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