Almaviva, è tutti contro tutti | Fallimento dell'accordo di maggio - Live Sicilia

Almaviva, è tutti contro tutti | Fallimento dell’accordo di maggio

Manifestazione Almaviva davanti al Mise

Per "comunicazioni aziendali" Almaviva Contact ha convocato i sindacati.

"tweet bomb" per il viceministro
di
4 min di lettura

PALERMO – Tweet di massa sul profilo del viceministro per lo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, da parte dei dipendenti del call center Almaviva Contact di Palermo. Dopo la promessa lanciata sui social network, lo scorso 29 settembre, di convocare “entro la prossima settimana” un tavolo al Mise per discutere la vertenza relativa ai quasi 400 trasferimenti di operatori  da Palermo a Rende (397 per la precisione), nessuna nuova comunicazione è arrivata ancora dal Ministero e i sindacati hanno risposto invitando tutti i dipendenti coinvolti a postare lo stesso tweet sul profilo di Teresa Bellanova: “Il 20 Ottobre saranno già compromesse 154 vite (il numero della prima tranche di trasferimenti, n.d.r.), hai promesso di convocare il tavolo questa settimana, ma ancora nessuna risposta! @TeresaBellanova convoca subito il tavolo per #Almaviva #siamotuttiAlmaviva #154deportazioni #maiarRENDErsi”.

“Abbiamo chiesto all’azienda di sospendere il trasferimento dei lavoratori da Palermo a Rende – ha scritto Bellanova – e siamo costantemente al lavoro per scongiurare che questo accada. Entro la prossima settimana convocheremo le parti interessate nel cambio di commessa affinché sia gestito nella maniera più condivisa, al fine di tutelare i lavoratori coinvolti. La convocazione del 20 ottobre si riferisce al tavolo di monitoraggio che, nel rispetto dell’accordo del 31 maggio, si riunisce mensilmente”. Il tavolo del 20 ottobre, infatti, è stato convocato nel rispetto del punto 5 dell’accordo di maggio, che prevede, appunto, un incontro mensile al Ministero per il monitoraggio “della situazione occupazionale e produttiva aziendale”, così come previsto dal documento che in quell’occasione era stato firmato da tutte le parti presenti all’accordo. Sindacati compresi, gli stessi che, nonostante le comunicazioni dell’azienda in merito alle invariate difficoltà economiche del gruppo, hanno atteso la notizia dei trasferimenti per proclamare lo stato d’agitazione. Un comportamento che è stato sollevato e aspramente criticato da molti dipendenti, come mostrano i video diffusi sui social degli interventi alle assemblee dei lavoratori. 

“La società – spiega un comunicato di Almaviva Contact – non può che evidenziare che, contrariamente alle basi dell’accordo del 31 maggio scorso, se da una parte si continua a rispettare quanto definito come impegno aziendale (anticipo cds, integrazione cds, garanzia “bonus Renzi”, mantenimento logistica di Palermo e Napoli, non riallocazione delle commesse, etc), dall’altra si assiste ad un costante aggravio della situazione economica, finanziaria ed operativa”. Inoltre, prosegue la nota, “alla gravità di questa situazione si aggiunge, rendendo di fatto impossibile non agire tempestivamente, l’incomprensibile mancato rispetto da parte delle organizzazioni sindacali di quanto da loro garantito come punto centrale dell’accordo, con conseguente venir meno di ogni ipotesi di prosecuzione del percorso comunemente definito”.

Per “comunicazioni aziendali”, intanto, in serata Almaviva Contact ha convocato i sindacati per domani, 5 ottobre, nelle tre sedi di Roma, Napoli e Palermo.

“Chiediamo al Viceministro Teresa Bellanova – scrive in una nota il segretario nazionale della Uilcom Salvo Ugliarolo – di convocare, con la massima urgenza, le parti al fine di comprendere le reali intenzioni di Almaviva sia sul tema di Palermo, dove come sindacato non accetteremo mai la scelta di fare trasferire il personale, sia sul suo futuro al livello nazionale. Non vorremmo che questo silenzio sia il preludio di ulteriori azioni da noi non condivisibili che avrebbero come unico fine quello di riaprire uno scontro tra i vari soggetti”. 

I lavoratori del call center Almaviva di Palermo, intanto, hanno inviato anche una lettera aperta al presidente del consiglio Matteo Renzi, chiedendo che fine abbia fatto quell’accordo “dopo 4 mesi dalle trionfalistiche dichiarazioni di salvataggio dei lavoratori Almaviva”. Al presidente del Consiglio, le sigle sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl chiedono anche che fine abbia fatto il tavolo di crisi sul settore dei call center che si è riunito una sola volta dalla sua costituzione, lo scorso marzo: “Illustrissimo presidente, le chiediamo di dare la dignità che meritano ai circa 80 mila addetti del settore dei call center che ogni giorno, 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, con la massima professionalità e sempre col sorriso sulle labbra, forniscono ai cittadini italiani assistenza di tipo amministrativo, tecnico e commerciale per conto delle maggiori aziende fornitrici di servizi del Paese, a cominciare dai lavoratori Almaviva”.

La parola, dunque, torna al Ministero. E non solo per risolvere l’emergenza imminente dei trasferimenti dei lavoratori dalla Sicilia alla Calabira, ma anche per risolvere le emergenze di un intero settore, quello delle telecomunicazioni, come più volte evidenziato da Almaviva: “I tre siti, Roma, Napoli e Palermo – scrive Almaviva – non solo non presentano nessun segnale di inversione di tendenza ma addirittura evidenziano un ulteriore, costante ed insostenibile peggioramento della situazione con valori che, in negativo, vanno ben al di là di quelli all’origine della procedura di licenziamenti collettivi del marzo scorso”. Dati che, rileva l’azienda, sono conseguenza di: un’ulteriore espansione del fenomeno della delocalizzazione extra UE (solo in Albania vi sono 25.000 addetti che lavorano per il mercato italiano con un raddoppio nel corso dell’ultimo anno); un perdurante ricorso a gare sotto il costo del lavoro (a partire dalla pubblica amministrazione); un ritardo nella restituzione di quanto anticipato ai lavoratori; la mancata risoluzione di gravi criticità presenti in alcuni servizi/clienti.

A ben guardare, quindi, sindacati e azienda potrebbero stare dalla stessa parte della barricata e incitare insieme il Ministero ad affrontare, nel più breve tempo possibile e nella maniera più incisiva, tutti quegli interventi, governativi e legislativi, che impediscono all’intero settore di ritrovare stabilità.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI