PALERMO – Adesso arriva la frenata. Dopo l’approvazione in commissione Affari istituzionali del disegno di legge che reintroduce l’elezione diretta per Liberi consorzi e Città metropolitane, sono diverse le voci che chiedono di evitare accelerazioni dannose. Di pensarci un po’, con calma. Di scongiurare nuove polemiche legate, ad esempio, alla reintroduzione del gettone di presenza per i consiglieri, previsto nel testo che fissa la data del voto per il prossimo febbraio.
Già “a caldo”, ad esempio, era intervenuto lo stesso presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone che aveva chiesto ai deputati di evitare “fughe in avanti”. Un appello ribadito anche oggi: “Occorre – ha detto – un ulteriore e attento approfondimento, con un passaggio in ‘Commissione Bilancio’, oltre a una condivisione con l’Associazione nazionale dei Comuni”.
L’Anci, dal canto suo, ha fatto da sponda alle dichiarazioni caute della prima carica di Palazzo dei Normanni, chiedendo a sua volta un approfondimento. “Ricordiamo – dichiarano Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale dell’Associazione – che questa legislatura si è caratterizzata non solamente per le mancate scelte circa il ruolo e le funzioni dell’Ente intermedio, ma soprattutto per le frequenti modifiche normative e per le tante contraddizioni nell’impianto normativo che definisce l’assetto delle ex province. Per queste ragioni – proseguono – condividiamo l’appello alla prudenza del Presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, e riteniamo che, a questo punto della legislatura, sia necessario procedere con grande sobrietà attraverso un percorso condiviso e in un’ottica in cui si tenga conto dei rilievi già espressi dallo Stato. E’ anche indispensabile che si affronti il tema del sistema elettorale solamente all’interno di una prospettiva che delinei chiaramente il quadro delle risorse finanziarie, in ragione delle funzioni che dovranno effettivamente svolgere le ex province”.
Un invito condiviso anche da pezzi di maggioranza: è il cado del deputato regionale del Pd Filippo Panarello, secondo cui “serve una seria riflessione sul futuro di questi enti. Dobbiamo ragionare su quali funzioni bisogna attribuire alle ex Province e quali siano le risorse a disposizione per svolgere queste funzioni. Se non chiariamo questi aspetti – prosegue – è inutile che parliamo di altro. Sia che si tratti di voto diretto, del resto previsto in seconda applicazione anche dalla legge Delrio, sia che si tratti di retribuzioni per i consiglieri. Spero tra l’altro – conclude – che qualunque scelta sia frutto di un dialogo col governo nazionale. Se questa legge dovesse essere impugnata, ci troveremmo di fronte al più triste finale possibile di questa legislatura”.
Una legislatura che, in tema di riforma delle Province, è stata ripercorsa da Orlando e Alvano: “Dopo anni di commissariamenti, di norme non attuate o disattese e con un quadro finanziario che, per alcuni enti intermedi, non è lontano dal dissesto, – dicono il presidente e il vicepresidente di Anci – non è più tempo per passi falsi e porre il tema del sistema elettorale ha senso solamente se si ha certezza del fatto che città metropolitane e liberi consorzi siano, a differenza di quanto accade oggi, in condizioni di esercitare i compiti istituzionali loro assegnati”.
Ovviamente contrari, invece, i rappresentanti del Movimento cinque stelle, che hanno sempre chiesto l’abolizione delle Province e hanno anche votato favorevolmente alla prima legge di riforma voluta a governo e parlamento regionale: “Altro che stipendi dei dipendenti, manutenzione di scuole e strade, l’unica cosa che riesce a trovare la quadra tra questa squinternata maggioranza e sterile opposizione – dichiara il candidato alla presidenza della Regione, Giancarlo Cancelleri – è la poltrona. La riesumazione delle Province, con annessi consiglieri provinciali e gettoni di presenza, ha solo ed esclusivamente questa chiave di lettura. L’abolizione delle province senza se e senza ma, la salvaguardia dei dipendenti e la totale rivitalizzazione dei servizi al cittadino in tutto il territorio siciliano – afferma Cancelleri – saranno tra le priorità del M5S, qualora dovesse governare questa Regione. Lo faremo in tempi strettissimi. Con una legge che abbiamo già scritto”. Per quello, ci sarà eventualmente tempo. Intanto, ecco che arriva la frenata sulla legge che avrebbe fatto resuscitare le vecchie Province siciliane.