Amt, autobus più che dimezzati |A rischio anche i livelli occupazionali - Live Sicilia

Amt, autobus più che dimezzati |A rischio anche i livelli occupazionali

La grave crisi dell'azienda metterebbe a rischio 150 posti di lavoro.

trasporto pubblico nel caos
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CATANIA – Ancora attese snervanti alle fermate dell’autobus. Ancora pochi i mezzi dell’Amt in circolazione in città: stamattina pare che ne circolassero meno della metà come mostrano le file registrate alle fermate o ai capolinea dove i tempi di attesa sono lunghissimi. Tutto come da previsioni: sono mesi infatti che i sindacati, in stato di agitazione, lanciano l’allarme sulla tenuta del servizio pubblico, compromesso dalla grave crisi finanziaria dell’azienda di trasporto pubblico.

Crisi che, nonostante gli impegni assunti dall’amministrazione – da ultimo l’assessore Girlando ha partecipato a un incontro con le forze sociali e i vertici aziendali per verificare la possibilità di predisporre un piano di risanamento – sembra aggravarsi di giorno in giorno. Tanto da spingere i lavoratori a non fidarsi delle promesse, e mantenere dunque in atto il presidio permanente. Anche perché, a rischio ormai, pare ci siano i posti di lavoro, che potrebbero essere ritoccati al ribasso in caso l’Amt non riuscisse a incamerare parte dell’ingente credito vantato nei confronti, in primo luogo della Regione, ma anche del Comune di Catania, socio unico della Spa.

A preoccupare i sindacati, infatti, la cosiddetta opzione B: se da Palermo non dovessero arrivare risposte, si dovrebbe intervenire sulla pianta organica e sui livelli occupazionali. Almeno questo è quanto afferma Giovanni Lo Schiavo, responsabile regionale della Fast Confsal.  “Anche oggi il trasporto urbano a Catania è entrato il tilt – spiega. I lavoratori, dopo le dichiarazioni rese pubbliche dall’assessore alle Partecipate Girlando, hanno intensificato la protesta. La nostra O.S., nel caso in cui l’azienda dovesse procedere con il piano B, non firmerà mai un accordo che possa prevedere l’attivazione di “ammortizzatori sociali”.

Stanchi di assistere a quello che definiscono uno “scarica barile di responsabilità”, dunque, non hanno alcuna intenzione di fermare la protesta. “Siamo di fronte alla paradossale situazione – continua Giuseppe Cottone, anche lui della Fast – Confsal – in cui il Socio Unico, tirando in gioco le inadempienze della Regione, mette in campo 150 esuberi e la paventata possibilità di cassa integrazione, contratti di solidarietà ecc, mentre dal canto suo, deve esborsare oltre venti milioni di euro”.

Posizione espressa anche dalle altre sigle sindacali di settore FILT CGIL – FIT CISL – UILTRASPORTI – FAISA – CISAL UGLTRASPORTI. “Siamo contrari all’opzione B che per noi neanche esiste – afferma Aldo Moschella, per conto dei cinque sindacati di categoria. Non accettiamo si possa parlare di esuberi – spiega ancora – ma ribadiamo la richiesta che occorre convocare un tavolo tecnico che possa sbloccare la situazione economica”. Che sta pensando sui lavoratori anche in modo indiretto: oltre alla mancata cessione del quinto dello stipendio, da parte dell’azienda, si starebbero verificando altri episodi sulla pelle dei lavoratori. Le donazioni di sangue, i lutti familiari, malattie sarebbero conteggiate nelle ore di straordinario.

Intanto oggi pare che in circolazione ci siano appena 30 mezzi, ragion per cui l’Amt avrebbe dovuto sopprimere altre linee, tra cui la 726 e la 733 per San Giovanni Galermo. Oltre a ridurre i Brt ad appena due.

 


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