Anello ferroviario, strada in salita | Tecnis, sospeso lo sciopero - Live Sicilia

Anello ferroviario, strada in salita | Tecnis, sospeso lo sciopero

I lavori dell'anello ferroviario di Palermo in via Amari (Foto Cataldo)

Il commissario Ruperto è stato nominato amministratore giudiziario, ma sembra allontanarsi l'ipotesi che fra oggi e domani si possa arrivare a un nuovo piano di rilancio. Rfi potrebbe subentrare per il pagamento degli stipendi, ma non per la realizzazione dell'opera. Ecco i possibili scenari. I sindacati: Fiducia in Ruperto, sciopero sospeso.

PALERMO – Il sequestro delle azioni della Tecnis, eseguito stamane dai carabinieri su disposizione della Dda di Catania, complica e non poco la vicenda dell’anello ferroviario di Palermo. Un cantiere da 154 milioni che, tra oggi e domani, avrebbe dovuto vivere una svolta decisiva con la presentazione da parte del commissario prefettizio Saverio Ruperto del nuovo piano di ristrutturazione del debito, ma che a questo punto resta nel limbo.

Il colosso catanese, infatti, dalla fine del 2015 è affidato alla guida di un commissario in seguito all’interdittiva antimafia che ne ha colpito i vertici. Una tegola sulla testa di un’azienda che ha vinto appalti in tutta Italia, tra cui anche nel capoluogo siciliano con la realizzazione del primo lotto del completamento dell’anello ferroviario e il disinquinamento della fascia costiera. La Tecnis, però, è un gigante dai piedi di argilla: debiti per almeno 100 milioni, salari non pagati e opere in ritardo a cui si aggiunge oggi il sequestro di azioni per 250 milioni di euro.

Ruperto, fra ieri e oggi, avrebbe dovuto spiegare come la società intende proseguire nella realizzazione dei cantieri, ma il sequestro rischia di complicare i piani: se infatti il piano di ristrutturazione prevedeva, per esempio, la cessioni di rami d’azienda per fare cassa e completare altri appalti, adesso bisognerà tenere conto del provvedimento voluto dalla Dda che dispone l’amministrazione giudiziaria per Tecnis, Artemis e Cogip holding e relative azioni pari a 250 milioni. L’aver nominato amministratore lo stesso Ruperto evita diarchie e complica meno le cose, ma questo potrebbe adesso non bastare più, anche se sembra ormai saltato l’appuntamento fissato entro domani.

Al comune di Palermo seguono da vicino l’evoluzione della vicenda, anche se con il mero ruolo dello spettatore visto che il committente è Rfi. Italferr (l’agente tecnico) sta procedendo con la valutazione dello stato dei cantieri, così da poter quantificare i ritardi e provvedere (extrema ratio) anche alla rescissione del contratto, ma la speranza è che Tecnis alla fine possa completare da sola le opere. Le alternative sarebbero rivolgersi al secondo o terzo classificato, che avevano però presentato un progetto diverso al momento del bando (operazione che richiederebbe almeno un anno) oppure, nel peggiore dei casi, fare una nuova gara con tempi indefinibili. Una prospettiva drammatica per Palazzo delle Aquile, che vorrebbe ripristinare al più presto la circolazione chiudendo temporaneamente i cantieri.

Il sequestro non dovrebbe però intaccare la disponibilità di Italferr di sostituirsi a Tecnis nel pagamento degli stipendi arretrati agli operai, che da giorni sono in sciopero e che hanno di fatto fermato i cantieri. La legge prevede che il committente possa subentrare per pagare gli stipendi (che poi verrebbero defalcati dai soldi da dare all’azienda) o per piccole operazioni, ma sembra da escludere l’ipotesi che le Ferrovie possano sostituirsi nella realizzazione dell’opera che al momento è appena al 2% del previsto.

Intanto, nel tardo pomeriggio i sindacati hanno comunicato che “i lavoratori dell’anello ferroviario hanno espresso piena fiducia nei confronti di Saverio Ruperto, nella sua nuova veste di amministratore giudiziario della Tecnis. E hanno annunciato che da mercoledì sospenderanno lo sciopero”. E’ quanto dichiarato dai segretari di Fenal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, Ignazio Baudo, Antonio Cirivello e Francesco Piastra, dopo la videoconferenza in tutti i cantieri italiani della Tecnis, durante la quale il commissario straordinario Saverio Ruperto ha rassicurato sul proseguimento e completamento dell’opera”. “I lavoratori hanno deciso di inviare questo segnale tornando al lavoro a partire da domani – aggiungono Baudo, Cirivello e Piastra – Le organizzazioni hanno condiviso e appoggiato la decisione della ripresa dell’attività produttiva, assunta nel corso di un’assemblea sindacale questo pomeriggio”. “Si apre un nuovo percorso dal quale ci aspettiamo la continuità produttiva del cantiere e la soluzione rispetto al problema delle spettanze arretrate – continuano i segretari di Feneal, Filca e Fillea – Ribadiamo la necessità di un confronto a un tavolo in Prefettura con l’amministratore giudiziario e con Rfi”.

LE REAZIONI

“Quale sarà il futuro dei cantieri che la Tecnis ha aperto a Palermo? Cosa farà adesso l’amministratore giudiziario? E cosa farà il Comune? Spero che il sindaco Orlando dia risposte immediate ed esaurienti. Stamattina, nella mia qualità di consigliere comunale di Forza Italia – afferma Angelo Figuccia – ho presentato un’interrogazione urgente al sindaco per conoscere l’attuale situazione dei cantieri aperti dalla Tecnis che sono stati abbandonati a loro stessi, creando enormi disagi a mezza città, con ampi tratti di via Emerico Amari e viale Lazio chiusi al traffico automobilistico. Corriamo il concreto rischio che, come spesso accaduto in passato, ancora una volta questi lavori durino in eterno, dopo aver creato mega tappi in importanti arterie cittadine. Mi auguro che Orlando si dia da fare per incontrare al più presto il nuovo amministratore giudiziario della Tecnis, nominato stamattina dal Tribunale di Catania, con cui concordare una veloce ripresa dei lavori e una loro rapida conclusione. Non è più possibile abusare della pazienza dei palermitani, non si può più assistere impotenti al fallimento dei numerosi esercizi commerciali che hanno sede nelle zone interessate dai cantieri. E, con l’approssimarsi dell’estate ed il conseguente arrivo delle grandi nave da crociera, quali conseguenze avrà lo sbarco in città di decine di migliaia di turisti, che avranno enormi difficoltà a raggiungere dal porto il centro della città e i più importanti monumenti? Mi auguro che Orlando, che il sindaco lo sa fare, faccia si che i palermitani ottengano al più presto le risposte che si aspettano”.

“Il sequestro giudiziario ai danni di Tecnis conferma quanto era nell’aria già da settimane e cioè che questa azienda non era e non è in condizione di poter portare avanti i lavori dell’anello ferroviario di Palermo. Il sindaco Orlando intervenga immediatamente per chiedere la sospensione definitiva dei lavori, il ripristino dello stato dei luoghi e permettere pertanto alle attività economiche di riprendere la propria vita commerciale e ai residenti di vivere in sicurezza. L’opera resta fondamentale per offrire alla nostra città un sistema di trasporti moderno e alternativo al mezzo privato, ma non può gravare sulle spalle dei palermitani e delle attività commerciali che ne subiscono i disagi. Via Amari, via Sicilia e via Lazio hanno già pagato per non avere nulla in cambio, adesso basta”. A dirlo è il presidente della commissione Attività produttive del comune di Palermo Paolo Caracausi (Idv).

“Il sequestro disposto per l’azienda Tecnis è un passaggio importante sul fronte della lotta alla mafia perché permette di fare chiarezza e consente allo Stato italiano, attraverso le misure di prevenzione del Tribunale di Catania, e la nomina di un amministratore giudiziario, di continuare i lavori che riguardano un’opera fondamentale per la città come l’anello ferroviario giudiziario”. Lo dichiara il segretario della Cgil di Plermo Enzo Campo, a proposito delle ultime vicende giudiziarie che coinvolgono la Tecnis. “E’ fondamentale innanzitutto dare certezze al completamento delle opere in corso e al pagamento dei salari. E riteniamo strategicamente importante, e non secondario, colmare anche i ritardi che rischiano di pregiudicare le altre commesse che la Tecnis si è aggiudicata, prima fra tutte l’interporto di Termini Imerese, opera definita “strategica” a livello nazionale, con 48 milioni di euro di lavori finanziati da fondi europei. Si tratta di 90 milioni di euro di investimenti complessivi che possono rilanciare l’economia siciliana e l’area industriale di Termini. E’ necessario che la Regione siciliana metta tutto il suo impegno per evitare di perdere il finanziamento”.

“In attesa che il commissario Ruperto faccia chiarezza sulle sorti di quest’azienda, non possiamo tollerare che Palermo torni a essere la città delle incompiute. Ci è già bastata l’esperienza fallimentare della “Cariboni”, a cui furono rescissi gli appalti del sottopassaggio di via Perpignano, del raddoppio del Ponte Corleone e del Collettore fognario Sud-Orientale. Per quei danni finora nessuno ha risarcito i palermitani, con la beffa delle opere mai realizzate e dei fondi finiti in perenzione. Una vergogna”. Lo dice il presidente dell’Ottava circoscrizione Marco Frasca Polara: “La totalità dei cantieri aperti dalla Tecnis per la realizzazione dell’Anello ferroviario ricade e sta danneggiando residenti e commercianti dell’Ottava Circoscrizione. Se dovesse essere rescisso l’appalto, si faccia il più presto possibile per riaprire al traffico le vie Amari, Lazio e Sicilia, oggi sventrate e impercorribili, e si restituiscano alla città piazza Castelnuovo, piazza della Pace e viale Campania”.


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