Aprono i 'Giardini del Massimo': cucina gourmet dentro il teatro - Live Sicilia

Aprono i ‘Giardini del Massimo’: cucina gourmet dentro il teatro

Dopo un lungo lavoro di restauro coordinato dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali

PALERMO – È stato presentato ieri sera alla stampa il nuovo ristorante “I Giardini del Massimo”. Il nuovo locale all’interno del Teatro Massimo che un tempo era l’antica caffetteria del teatro è diventato oggi ristorante gourmet, con a capo il giovanissimo chef Gianvito Gaglio, nemmeno 30 anni, un diploma della scuola Alma di Gualtiero Marchesi e un’esperienza pluriennale con il bistellato Antonino Cannavacciuolo.

Dalla colazione all’aperitivo alla cena, ma anche eventi privati e aziendali e una sala esclusiva di 38 posti dedicata alla cucina gourmet, nel contesto affascinante di uno dei teatri più belli del mondo. Un lungo lavoro di restauro, coordinato dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali insieme al consorzio Giardini del Massimo che ha voluto fortemente l’opera.

“Dopo tanti mesi di lavoro, sacrifici e confronto con sovrintendenza ai Beni culturali e sovrintendente del teatro Massimo, siamo riusciti a restituire uno spazio stupendo che rende vivo il teatro, in grado accogliere i palermitani, ma non solo – dice Rosario Alescio, a capo del consorzio che gestirà il locale, insieme a Giuseppe Biundo e Davide Alamia – Stiamo parlando del terzo teatro più importante d’Europa, il primo in Italia che va vissuto sempre, non solo quando ci sono le opere. L’apertura dei Giardini del Massimo, in un luogo naturalmente magico, rappresenta un’occasione incredibile per riportare la bellezza, la convivialità, la cultura democratica nel cuore pulsante di Palermo. I Giardini del Massimo sono stati pensati non solo per gli appassionati d’arte e del buon vivere, ma anche per i visitatori, per i curiosi di tutte le età che scopriranno un luogo familiare sentendo battere il cuore vivo della cultura palermitana”.

Un intervento atteso da tanto tempo: “Siamo felici perché l’apertura dei Giardini del Massimo è un segno di vita particolarmente significativo considerando il difficile periodo pandemico dal quale, non senza difficoltà, stiamo cercando di uscire – ha dichiarato il sovrintendente del Teatro Massimo, Marco Betta – e perché costituisce un momento importante di relazione non solo con il nostro pubblico perché è una struttura che vive dentro il Teatro Massimo ma è un altro momento di connessione con la città. É una parte che respira con tutto il teatro e da sempre sappiamo che i luoghi di cultura hanno dei luoghi creativi dove gli artisti possono radunarsi, pensare e bere qualcosa. Uno spazio aperto alla condivisione di idee, progetti, esperienze. È una parte importantissima per tutti noi e sicuramente un segnale di vita imprenditoriale che testimonia la coscienza e la consapevolezza che il teatro si sta sempre di più aprendo alla sua città e non solo”.

Uno spazio rinato e restituito alla città come ha detto anche il sindaco di Palermo Roberto Lagalla “Ogni spazio che si recupera alla fruibilità della città e che sia fatto nel segno del bello come in questo caso è un’iniziativa da apprezzare e rilanciare. Palermo ha uno straordinario afflusso turistico ed è bellissimo quando i luoghi più iconici di questa città possano essere messi a disposizione di una fruizione più ampia e qualificata”. 

Nel corso della conferenza stampa, oltre alla presentazione del progetto culturale che ha ispirato la creazione dei “Giardini del Massimo” sono stati presentati anche gli interventi architettonici realizzati per valorizzare ulteriormente gli spazi interni ed esterni adiacenti al teatro. “L’idea principale nasce dal teatro e dalla storia del teatro stesso – spiega l’architetto Luigi Smecca, che ha coordinato i lavori – quando questo luogo era un caffè letterario anni ’20. Abbiamo voluto mantenere lo stile floreale liberty che viene richiamato dal nome, la struttura delle foglie esterne e il colore verde degli interni che riporta agli anni del periodo nobel da cui poi si sviluppa lo stile Liberty”.


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