PALERMO – “La decisione di fare diventare la Centrale unica di committenza un ufficio speciale va nella giusta direzione. La sfida però è rendere la Cuc il braccio armato della Regione per la gestione della politica economica regionale. Questo è quello che sta facendo la Campania con la Soresa (la centrale d’acquisiti di quella Regione, ndr) e questa è la sfida che il governo siciliano dovrebbe intestarsi”. È questa l’opinione che Massimo Caruso, segretario nazionale dell’Aisdet, Associazione italiana di Sanità digitale e Telemedicina, ha espresso oggi, in conclusione dell’incontro “Il governo del farmaco e dei devices in Sicilia. Le iniziative di miglioramento e di efficacia”. Il convegno si è tenuto oggi a Palazzo dei Normanni nella Sala gialla e si è concentrato su quanto sia importante per la qualità della sanità regionale potere contare su una centrale d’acquisiti dei farmaci e dei dispositivi medici efficiente.
Proprio sulla qualità della Cuc, Caruso ha detto: “Il problema della Centrale unica non può essere risolto unicamente con l’allocazione di un maggior numero di personale. Oggi l’universo complesso di attori fisici e istituzionali che sta dietro un appalto non può essere facilmente ricondotto ad unità da un solo funzionario. Per questo – ha concluso il segretario nazionale di Aisdet – l’efficienza della Cuc nei prossimi giorni dipende da quanto la Sicilia sarà capace di sfruttare l’intelligenza artificiale per sintetizzare e rielaborare i dati che stanno alla base di un bando di gara”.
Il convegno è stata l’occasione per ragionare attorno alle anomalie, ai punti critici, ai punti di forza e alle possibili soluzioni per il sistema delle gare d’appalto farmaceutiche e sanitarie della Regione siciliana. Per Maurizio Pastorello, Direttore del servizio farmaceutico dell’Asp Palermo, ad esempio, su alcune gare, come quelle per farmaci esclusivi, occorrerebbe implementare un portale d’acquisto nazionale, così da evitare che ogni regione realizzi una gara per arrivare comunque allo stesso prezzo a cui il farmaco viene comprato dalle altre regioni. I farmaci esclusivi sono i farmaci coperti da brevetto e quindi di proprietà di un’unica industria farmaceutica. Non avendo competitors, l’impresa vende già il farmaco allo stesso prezzo a qualsiasi acquirente ma in Italia per fornirsi del medicinale ogni regione fa una gara diversa. Nelle gare, poi, non mancano anomalie come quelle di basi d’asta degli appalti troppo alte o troppo basse. E spesso questa differenza è legata al quantità di farmaci che viene messa a bando.
All’incontro ha partecipato anche Grazia Palazzolo, dirigente farmacista dell’Arnas Civico Palermo, in qualità di referente tecnico della Cuc per le gare dei farmaci. Questa ha raccontato tutte le difficoltà gestionali che ha riscontrato nella raccolta dei dati sul fabbisogno e di come la soluzione sia derivata grazie all’uso della messaggistica istantanea. Palazzolo non ha nascosto come l’individuazione della base d’asta sia un elemento problematico in quanto non ci sono regole che consentano di orientarsi all’interno delle numerose variabili che caratterizzano una fornitura.
La necessità di collaborazione interstituzionale è stata rimarcata anche da Giuseppina Pullara, funzionario direttivo della Cuc regionale, che ha raccontato ai presenti in quali acque navighi l’attore pubblico di riferimento delle imprese. Pullara ha evidenziato come in tre anni la Cuc abbia visto pensionare: un dirigente su due, otto funzionari su undici un istruttore su tre. La dipendente ha raccontato di come la decisione di affidare ad altre regioni gli appalti della Sanità siciliana non sia piaciuta neanche ai diretti interessati e ha rivendicato i risultati dell’ufficio. Poi ha raccontato della grande difficoltà che la Cuc ha per riuscire a raccogliere il fabbisogno di ogni singola azienda ospedaliera. “Sarebbe opportuno – ha spiegato – creare un database del consumato così da riuscire ad avere chiaro qual è il bisogni di farmaci”.
Infine sono intervenuti anche Elita Schillaci, presidente Ilhm, Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese Università di Catania, che ha sottolineato come l’innovazione sia decisiva per il futuro del settore, e Franco Astorina, past president Fare. Quest’ultimo ha proposto alcune misure per fare ottenere maggiori risparmi al Servizio sanitario regionale. Fra queste, l’organizzazione di magazzini di Bacino o di aree metropolitane capaci di fare risparmiare anche il 15 per cento negli appalti.