Ardizzone contro Crocetta: "Sciacallaggio" - Live Sicilia

Ardizzone contro Crocetta: “Sciacallaggio”

di ACCURSIO SABELLA. Botta e risposta tra il presidente dell'Ars e il governatore. "La Finanziaria faceva acqua da tutte le parti. Crocetta attacca l'Ars perché gli serve un nemico mediatico. E con le sue improbabili uscite espone al pubblico ludibrio le istituzioni". Il presidente della Regione: "Sono sorpreso. Non ho mai attaccato Ardizzone. Comprendo il suo nervosismo, ma lo invito a tenere un profilo più istituzionale".

Botta e risposta
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5 min di lettura

PALERMO – “Sciacallaggio istituzionale. Di un presidente che ha portato in Aula una Finanziaria impresentabile. E che è spesso stato assente, soprattutto nei momenti importanti”. Giovanni Ardizzone non ama le polemiche. Soprattutto quelle sui giornali. Ma quelle parole non le ha mandate giù. Le dichiarazioni del presidente Crocetta nei confronti del parlamento siciliano non potevano passare inosservate a chi di quel parlamento è la più alta carica istituzionale. Parole che hanno riacceso, semmai servisse, il fuoco attorno alla inchiesta che ha investito l’Ars. “Nessuno si prenda i meriti che non gli spettano. La Finanziaria l’ha approvata l’Assemblea regionale. E non si speculi sulle indagini. Ma al presidente Crocetta, purtroppo, serve sempre un nemico…”.

Che vuol dire, presidente?
“Un fatto è chiaro: la manovra è stata approvata dal Parlamento. Ma non solo. L’Aula si è fatta carico delle inadempienze di un governo che ha portato i documenti contabili a Palazzo dei Normanni in clamoroso ritardo”.

Un ritardo che lei ha più volte segnalato nelle scorse settimane. E a dire il vero aveva anche messo in guardia sul alcuni punti deboli della Finanziaria.
“Proprio così. Posso dire, quindi, che la manovra è stata, in realtà, preparata in Aula, sopperendo così alle deficienze del governo. O meglio, non di tutto il governo”.

Cioè?
“Credo che, senza il grande lavoro dell’assessore Luca Bianchi da un lato e del deputato di centrodestra Marco Falcone dall’altro, non saremmo mai riusciti a centrare l’obiettivo dell’approvazione”.

In realtà anche ieri il presidente Crocetta ha descritto l’ok alla Finanziaria come un grande successo personale: per la prima volta, dopo tanti anni, veniva evitato l’esercizio provvisorio.
“Vuole sapere la verità? La Finanziaria giunta in Aula faceva acqua da tutte le parti. Penso ad esempio al tema delle entrate. Il problema più grave però era un altro”.

Quale?
“Che lo stesso Crocetta non l’aveva capito”.

In quelle ore, del resto, anche il Commissario dello Stato, in via più o meno informale, aveva lanciato qualche allarme.
“Guardi, io personalmente sono stato più volte dal Commissario Aronica per provare a porre riparo alle enormi incongruenze di quella manovra”.

E adesso che è stata approvata, lei ritiene che la Finanziaria sia “a prova di impugnativa”?
“Le posso solo dire che spero tanto che il Commissario dello Stato, questa volta, sia clemente”.

Insomma, su questa Finanziaria ci sarebbe la firma di Bianchi, la sua, della maggioranza e di qualche deputato dell’opposizione. E il governatore?
“Al presidente Crocetta dico di evitare fughe in avanti. Non canti vittoria dopo che il Parlamento ha compiuto sforzi enormi per giungere a quella approvazione. Anche perché, in molti momenti cruciali, il governatore non era nemmeno presente in Aula”.

A cosa si riferisce?
“Ogni giorno attacca sui costi del Parlamento. Peccato, però, che il giorno in cui abbiamo approvato l’applicazione del decreto Monti, lui in Aula non c’era”.

Questo rapporto tra governatore e Assemblea è stato molto teso fin dai primi giorni. Ricordo che alcuni mesi fa lei “tirò le orecchie” all’esecutivo, avvertendo: “Non vengano più portati in Aula ddl impresentabili”…
“Il rapporto tra il Parlamento e il presidente della Regione, in questi mesi, è stato molto difficile anche a acausa delle uscite ineleganti del governatore sui media. E non è solo una questone di bon ton”.

Cosa vuole dire?
“Voglio dire che in alcuni casi, l’incapacità di illustrare ciò che si faceva in parlamento, il fatto di presentarsi ai media con balletti di cifre e numeri incomprensibili, non ha fatto altro che esporre l’Assemblea al pubblico ludibrio”.

Insomma, lei sta dicendo: noi lavoravamo, e lui andava in tv a raccontare fatti che non esistevano, mettendo la politica siciliana in cattiva luce.
“Voglio essere chiaro: in questi mesi il parlamento ha sempre fatto la sua parte. Senza attendere le proposte del governo. Anzi, quando le proposte sono arrivate, puntualmente mancavano delle relazioni tecniche e i testi erano contrastanti nei contenuti giuridici e tecnici. E noi in molti casi abbiamo messo una pezza”.

Ma il presidente non sembra aver mostrato gratitudine. Anzi…
“Il presidente Crocetta, fin dal primo giorno, ha preso di mira il parlamento per un motivo molto chiaro”.

Quale?
“Al governatore serve un nemico per sopravvivere mediaticamente”.

E i deputati siciliani sono perfetti per interpretare il ruolo dei “nemici della rivoluzione”, insomma…
“Guardi, durante la Finanziaria è successo un fatto molto strano. Si è parlato tanto dei 39 milioni destinati al Parlamento inizialmente accantonati e poi reinseriti nella tabella della Finanziaria. Io ho un sospetto”.

Che sospetto?
“Era evidente che quella somma non poteva essere accantonata, perché era già stato approvato il bilancio interno dell’Ars, che conteneva quegli stanziamenti, destinati al personale. Il governo sapeva bene che, secondo il principio del ne bis in idem, una volta approvato il bilancio dell’Assemblea non potevano essere tolte quelle somme. Per questo motivo penso che una manina del governo abbia prima inserito quel taglio e poi l’ha tolto, solo per mettere nuovamente in cattiva luce il Parlamento”.

Per far passare il messaggio: “Vedete, noi volevamo ridurre i costi della politica, ma i deputati siciliani non vogliono che si tocchi il loro portafogli”.
“Sì, esattamente”.

Ieri, intanto, come detto, il presidente si è preso i meriti dell’approvazione della Finanziaria. E ha usato come “sponda” l’inchiesta sull’Ars per nuove frecciate ai deputati siciliani. Utili anche, magari, per chiudere alle ipotesi di rimpasto.
“A me il rimpasto non interessa. Crocetta si tenga pure tutti gli assessori che lui reputa utili. Io posso solo augurarmi che in giunta rimanga Luca Bianchi. L’unico, nel governo, ad avere reali meriti nell’approvazione della manovra. Per il resto, sugli attacchi al parlamento credo che le frasi di Crocetta possano essere sintetizzate in una sola parola”.

Quale?
“Sciacallaggio”.


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