Ast, Armao ascoltato in commissione Antimafia - Live Sicilia

Armao in Antimafia su Ast, Amico rassegna le dimissioni

I dubbi di Fava sull'operato del governo.
GOMME LISCE
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PALERMO – Commissione antimafia: riflettori accesi sul caso Ast. “Dall’ordinanza emerge un verminaio assolutamente inaccettabile” dice l’assessore all’economia Gaetano Armao che ha risposto alle domande incalzanti del presidente Claudio Fava e della deputata Roberta Schillaci nel corso di una seduta fiume (al termine della quale arrivano le dimissioni del direttore generale Amico).

I nodi da sciogliere riguardano, al netto del quadro pesantissimo che emerge dall’inchiesta giudiziaria, la condotta tenuta dai vertici del governo regionale in termini di vigilanza (nel caso di Armao in riferimento ai profili di tipo economico-finanziario). Dai bilanci non approvati passando per i piani industriali fantasma fino alla nomina di un direttore generale in pensione (sul compenso del quale aleggia il mistero). 

Fava parla di “rapporti a corrente alternata” tra il governo e i vertici della partecipata, una tesi corroborata dall’utilizzo dei servizi per dei bus navetta da Scordia ad Ambelia al netto dell’ostilità dichiarata nei confronti del modus operandi dei vertici dell’Ast come nel caso della bocciatura del progetto Ali di Sicilia. Lo stesso dicasi per la mancata rimozione di un Cda che  pur “non riscontrando la fiducia del governo rimane in carica. Ma andiamo con ordine. 

Fava sciorina i vari atti e interrogazioni portati avanti negli anni da diversi deputati di maggioranza e di opposizione sulla vicenda delle strane assunzioni all’Ast (come quelle circoscritte nel territorio di riferimento dell’ex direttore generale Fiduccia) e all’utilizzo dello strumento delle agenzie interinali per il reclutamento del personale. Abitudine quest’ultima che Armao dice di avere sempre contestato sentendosi rispondere che senza personale non sarebbero materialmente partiti i bus. Sui rapporti con Fiduccia, al centro delle domande di Fava, Armao dice di non averli mai coltivati e di avere semmai espresso i propri dubbi al presidente Gaetano Tafuri. 

E anche la composizione del nuovo consiglio d’amministrazione fa discutere.  Su Eusebio D’Alì (al centro di diverse intercettazioni) e Giovanni Amico (indagato), attuali vice presidente e direttore generale dell’Ast, è in corso una valutazione da parte degli uffici della Regione che stanno esaminando le loro posizioni nell’ambito dell’ordinanza dell’operazione gomme lisce. “Ho scritto al Ragioniere generale della Regione di fare le verifiche alla luce dell’ordinanza del gip, dopodiché saranno assunte le determinazioni senza aspettare la magistratura”, dice Armao. A studiare le carte saranno i funzionari del servizio partecipate, acquisita la relazione l’assessore Armao avanzerà la sua proposta al presidente della Regione, socio unico di Ast. “Le strade sono due soprassedere oppure procedere alla revoca delle nomine”. La deputata Schillaci vuole vederci chiaro e chiede un’ispezione. “E’ inopportuno che il direttore generale sia presente nell’attuale assetto societario nonostante sia indagato, così come attualmente indagato è un membro del vecchio Cda. Il governo regionale revochi il Cda e avvii un’ispezione”. La giornata si chiude con un mezzo colpo di scena. Poche ore dopo la fine della seduta, infatti, il direttore generale Giovanni Amico rassegna le proprie dimissioni. 

La precisazione di Amico

Amico “comunica che le dimissioni sono state rassegnate a tutti i componenti degli Organi Sociali dell’Azienda (Consiglio di Amministrazione e per conoscenza Collegio Sindacale) nello scorso fine settimana e precisamente in data 06.03.2022. Non ho diffuso, prima di oggi, ai media la notizia per rispetto istituzionale verso gli organi di amministrazione e controllo dell’azienda che il 10.03.2022 potranno formalmente prenderne atto in C.d.A”. Amico sottolinea inoltre che “la scelta non ha alcun rapporto di causalità o attinenza – essendo appunto temporalmente precedente – con l’audizione dell’Assessore Gaetano Armao in Commissione Antimafia”.

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