Armi da guerra a Militello: una condanna e due assoluzioni

Armi da guerra a Militello: una condanna e due assoluzioni

La sentenza è stata emessa dalla prima sezione penale della Corte d’appello di Catania: sconto di pena per l’unico condannato.
CORTE D'APPELLO
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CATANIA. Nella loro campagna di contrada Garita a Militello Val di Catania, i Carabinieri della Stazione locale, assieme allo Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia”, nell’aprile del 2021 trovarono armi da guerra, silenziatori, pistola e munizioni. Il blitz si concluse con l’arresto di tre persone, un padre settantaduenne e i suoi due figli di 44 e 46 anni, tutti posti inizialmente ai domiciliari. Adesso in appello il processo si chiude con due assoluzioni e una condanna, per il padre, ridotta per effetto del concordato.

Sconto di pena in appello per Paolo Scirè Banchitta, oggi settantaquattrenne, che prende 2 anni 2 mesi di reclusione e 2000 euro di multa. Assolti con formula piena, per non aver commesso il fatto, invece i due figli: Francesco e Giuseppe Scirè Banchitta. La sentenza è stata emessa dalla prima sezione penale della Corte d’appello di Catania. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Silvano Domina, Franco Villardita e Daniele Cimino.

Secondo quanto ricostruito all’epoca, gli inquirenti, sotto il coordinamento della Procura di Caltagirone, erano venuti al corrente dell’esistenza di un arsenale nascosto in un’azienda agro-zootecnica. Giunti sul posto, però, si accorsero subito che le ricerche sarebbero state difficili. Il terreno era enorme e anche particolarmente impervio; mentre i responsabili dell’azienda ripetevano che non c’era nulla da cercare.

La cronaca del blitz: i silenziatori erano in un bidone

In un bidone di plastica, però – che si trovava in un piccolo abbeveratoio per gli animali – hanno rinvenuto cinque tubi silenziatori per armi da fuoco, 310 cartucce di diverso calibro (calibro 9×21, 38 e 9 Luger). C’erano anche due contenitori con 850 grammi di polvere da sparo. In un altro nascondiglio, creato nella cavità di una parete, c’era una pistola calibro 7,65 Walther PPK, due caricatori con tre cartucce.

A quel punto il padre, forse sperando di far cessare le ricerche, ha consegnato spontaneamente un mitra calibro 9×19 marca Feather, ma la caparbietà dei militari ha avuto ancora una volta la meglio. Le ricerche sono proseguite ed è stato rinvenuto un tubo di plastica con all’interno due pistole artigianali realizzati con tubi idraulici, calibro 6,35 e 9×21, più altre munizioni di vario calibro. Ora si è giunti al verdetto d’appello, in cui i giudici hanno ritenuto responsabile solo Scirè Banchitta padre.


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