Arresti al Cas, avvocati e affari | "Consulenze al posto di mazzette" - Live Sicilia

Arresti al Cas, avvocati e affari | “Consulenze al posto di mazzette”

Gli intrecci tra Regione, società private e professionisti. Al centro, i mega-appalti per le autostrade siciliane.

LE CARTE DELL’INCHIESTA
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PALERMO – Le nuove mazzette? Sono le consulenze. Lo mette nero su bianco il giudice per le indagini preliminari Salvatore Mastroeni nell’ordinanza che racconta “l’affare Cas”. Un affare fatto di tanti affari, secondo la Procura di Messina. E che coinvolge amministratori e imprenditori, professionisti e avvocati.

Alcuni molto noti. Anche per gli incarichi pubblici ricoperti nei mesi immediatamente precedenti ai fatti che sono finiti nelle carte degli inquirenti. È il caso di Stefano Polizzotto, già capo della segreteria tecnica dell’ex governatore Rosario Crocetta, poi suo consulente personale anche nei mesi in cui il legale difendeva la Condotte spa (poi diventerà Cosige) di fronte al Tar. Le consulenze oggetto dell’indagine, però, arriveranno poco dopo.

Già, le consulenze. Al centro dell’inchiesta che punta il dito contro la corruzione in quegli ambienti dove si incontrano la pubblica amministrazione e le società private, i politici e gli “intermediari”. E i giudici ricorrono anche a una citazione, per descrivere il mutamento dei costumi: “Come si usa molto in questa fase storica, non la consegna di denaro, come i sette milioni all’imputato Chiesa, nel notorio processo Mani pulite di Milano, presso il Pio Albergo Trivulzio, ma tangente pagata con ricche consulenze. Meno pericolose, meno avvertite e più giustificabili ove emergono, di un pagamento all’estero, su società nei paradisi fiscali”. Pur sempre una tangente, secondo gli inquirenti, anche se sotto un’altra veste.

“Una delle cose che più colpisce – scrive il giudice nella misura cautelare – è la creazione di un fondo, con i soldi pubblici degli appalti, per consulenze e contatti, una riserva per tangenti e corrompere funzionari alla luce del sole e, ancor di più, che tale fondo sia stato autorizzato dall’amministrazione pubblica e come un subappalto, con un tasso di illegalità neanche facilmente immaginabile”.

L’inchiesta sulla gestione di un mega appalto da circa 300 milioni di euro del Consorzio autostrade siciliano, in effetti, apre spiragli sotto certi aspetti originali. La corruzione, secondo gli inquirenti, avveniva attraverso un complesso, ma allo stesso tempo plateale, procedimento di “consulenza di consulenze”. Un doppio passaggio che coinvolgeva diversi soggetti. Il Cas, ovviamente, che indiceva la gara; la “Condotta spa” (poi Cosige) azienda che si aggiudicava l’affare; la “Pachira” società di consulenza verso la quale veniva indirizzato un budget da oltre 1,6 milioni di euro; infine i consulenti della società di consulenza, cioè gli avvocati. Per la precisione, Stefano Polizzotto e Antonietta Sartorio, sua socia.

Tutto quanto stava in piedi, secondo la Procura, grazie alla figura di Antonino Gazzara, già commissario straordinario del Cas, poi vicepresidente dell’ente e una ventina d’anni fa parlamentare nazionale con Forza Italia. Anche a lui, alla fine, arriveranno degli incarichi, manco a dirlo, di consulenza. Sempre tramite la Pachira. Gazzara avrebbe, secondo gli inquirenti, “piegato la sua funzione a finalità e scopi economico-personali”. Per la precisione, proseguono i giudici, “incarichi di consulenza da parte di Armonium Nicola, coindagato nell’ambito del presente procedimento e, amministratore di fatto della Pachira”. Amministratore “di fatto”, visto che l’amministratore formale era – come la definisce il giudice in gergo – una “testa di legno”. Armonium avrebbe infatti avuto qualche difficoltà ad ottenere la certificazione antimafia per la sua azienda, a causa – spiega il giudice – di precedenti per truffa e bancarotta.

Come detto però, l’indagine ruota anche attorno a quello che il Gip definisce “l’assurdo subappalto”. “Non ha una ragione neppure logica, vagamente ‘presentabile’, in relazione ad un appalto di lavori pubblici – scrivono i giudici – il procedere ad approvare un sub appalto per servizi di consulenza né si comprende e quale sia stata l’ulteriore ragione che abbia spinto la Cosige Scarl a richiedere e ottenere l’ulteriore approvazione o, comunque, comunicare il sub contratto di consulenza tra la Pachira e lo studio legale Polizzotto/Sartorio”.

Una consulenza milionaria, quella ottenuta dalla Pachira da parte della Cosige: 1,65 milioni di euro per la precisione. Che non erano neanche indicate originariamente nell’appalto. “Né tra le somme a base d’asta, né nel capitolo delle somme a disposizione (ammontanti a euro 82.707.011) è previsto alcun importo per la voce ‘consulenze’” annota il gip.

E i “subcontratti” di consulenza escono fuori dai documenti: mezzo milione per le consulenze di Polizzotto dalla Pachira e altri 150 mila euro per il lavoro della Sartorio. Poi, ecco il mega-subcontratto, firmato il giorno dopo tra Pachira e Cosegi: oltre un milione e seicentomila euro appunto, con i quali finanziare le consulenze ai due avvocati.

Consulenze che, secondo gli inquirenti, avevano proprio il compito di rendere meno complicato il rapporto tra la società e il Cas nella gestione dell’appalto. Come emerge dalla frase del project manager della “Condotte”, non indagato, Giuseppe Irace. “Nei ricorsi…là c’è scritto Stefano Polizzotto…no!?…Mo…chiunque legge Stefano Polizzotto…vede chi è Stefano Polizzotto…e vede che Stefano Polizzotto…è una persona molto ammanicata… con la Regione Sicilia… ex consulente della Regione Sicilia… ex consulente del CAS… cioè..”.

E l’assurdità del subappalto, come l’hanno definita i giudici, è tutta nelle parole dello stesso Irace che si chiede, innanzitutto, “non puoi nemmeno continuare a pagare questa gente perchè se paghi questa gente vuol dire che l’attività la stanno facendo e che attività gli fai fare più a Pachira? cioè gli dai i soldi per senza niente? cioe’ dai soldi per niente? che tipo di attività gli fai svolgere?”. Quale attività avrebbe giustificato il trasferimento di quella enorme massa di denaro? “Domani – proseguiva l’ingegnere – se chiunque ti venisse a chiedere Pachira da quale cilindro è uscito….tu non lo sai dire…D’Andrea non lo sa dire…e Astaldi non se lo sa giustificare...chi cazzo è Pachira chi era!?…Chi cazzo era! ?”. Era la società di consulenza che distribuiva consulenze. Le nuove mazzette, secondo la Procura di Messina.

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