I grillini restano in Aula | e Sala d'Ercole approva il Dpef - Live Sicilia

I grillini restano in Aula | e Sala d’Ercole approva il Dpef

Sala d'Ercole

Raggiunto il numero legale necessario per validare la votazione. Critiche dall'opposizione. Cordaro (Pid): "Il provvedimento è passato solo grazie al M5S". Crocetta: "Le rotazioni? Nessun patibolo. C'erano gruppi burocratici che non rispondevano alla programmazione dell'esecutivo". Critiche anche all'indirizzo di certa "burocrazia tecnocratica" presente in Europa.

PALERMO – Al quarto tentativo l’Assemblea regionale siciliana ha approvato il Documento di programmazione economico-finanziaria. L’opposizione ha richiesto la verifica del numero legale, ma in questa occasione i deputati del Movimento Cinque Stelle non sono usciti dall’Aula. La coalizione di governo ha serrato le fila dopo i passi falsi della scorsa settimana. E così, il Dpef del governo è passato, votato per alzata e seduta: “Lo prevede il regolamento – ha detto il presidente, Giovanni Ardizzone rispondendo ad alcuni deputati che contestavano il meccanismo di voto – se qualcuno avesse voluto avrebbe potuto richiedere la votazione per appello nominale, ma nessuno lo ha fatto”.

Non hanno votato il documento Cantiere Popolare, Pdl, Grande Sud, Pds-Mpa e Lista Musumeci. Determinante dunque il voto del Movimento Cinque Stelle, preannunciato prima della seduta dal presidente della commissione Ambiente Giampiero Trizzino: “Proprio perché siamo adulti e non bambini dell’asilo, oggi voteremo il Dpef – aveva detto nel pomeriggio -. Sarebbe stato però onorevole per il presidente Crocetta, che nel Nisseno ha ottenuto molti voti, partecipare alla riunione di ieri sul Muos, piuttosto che recarsi a Palazzo dei Normanni questa mattina per presentare in conferenza stampa la sua lista per le politiche”.

Insieme con il Dpef sono stati approvati anche quattro emendamenti, tre presentati dalla maggioranza e uno dal Pdl. Uno di questi, presentato dai deputati agrigentini Lillo Firetto (Udc) e Giovanni Panepinto (Pd), porta all’inserimento nel Dpef di diverse opere come l’avvio di nuovi lavori sulla Palermo-Agrigento (e il completamento da Agrigento a Misilmeri) nonché la progettazione dell’asse viario Gela-Sciacca e la “dorsale” montana che collega la SS 118 alla SS 115 (la cosiddetta “Mare-monti”). Inserito anche il completamento dello scalo marittimo di Porto Empedocle, relativamente al banchinamento crocieristico. “Con questo emendamento – ha commentato Firetto – si impegna il governo regionale nella realizzazione di opere strategiche per la Sicilia che contribuiranno al processo di sviluppo del territorio agrigentino”.

Coro di critiche dall’opposizione. “Coerentemente con le posizioni assunte la scorsa settimana – ha affermato Nello Musumeci –, abbiamo ritenuto di confermare il nostro voto contrario rispetto a un documento privo di contenuti concreti e schizofrenico”. Netta contrarietà al documento anche da parte di Toto Cordaro, capogruppo di Cantiere Popolare: “Sottolineo la posizione di opposizione del nostro partito al documento. Teniamo a far presente come il voto favorevole al provvedimento è stato possibile solo grazie alla presenza in Aula dei deputati grillini che hanno garantito il numero legale e la successiva approvazione”.

In Aula ha parlato anche il governatore, Rosario Crocetta, relazionando in merito alle questioni che mettono a rischio i fondi europei a disposizione della Sicilia. “Abbiamo grossa attenzione verso gli interventi a supporto del dissesto idrogeologico e delle infrastrutture – sono state le prime parole del governatore -. La nostra attenzione verso le energie rinnovabili è superiore a quella di tutte le regioni europee”. Crocetta ha parlato di infrastrutture, “senza le quali l’isola è destinata a rimanere nel sottosviluppo. Ho invitato la commissione Ue a fare un giro in macchina qui in Sicilia – ancora Crocetta -, così vedranno quanto è importante mettere mano alle infrastrutture”. Una bordata quindi l’ha riservata alla burocrazia europea: “In Europa c’è una burocrazia tecnocratica che cerca di governare una programmazione che poi non risponde alle esigenze delle stesse regioni europee, come la Sicilia. I soloni di Bruxelles possono dire quello che vogliono, noi le autostrade le vogliamo fare perché ne abbiamo bisogno”.

Ed in effetti il governatore ha abbozzato un piano B per permettere il via libera alle reti infrastrutturali progettate per la Sicilia. “Potremmo usare il Consorzio autostrade siciliane per far partire i cantieri, recuperando i soldi altrove. Ad ogni modo risolveremo il problema in quindici giorni”, ha concluso l’inquilino di Palazzo d’Orleans. Positive le opposizioni in merito alla relazione di Crocetta sul braccio di ferro con la commissione europea. Vincenzo Figuccia ha sottolineato come “un ulteriore ruolo di opposizione sarebbe fine a se stesso. Auspichiamo ora che il governo faccia sentire la propria voce in modo deciso”. Meno morbido invece il presidente della commissione sui rapporti con l’Unione Europea Francesco Cascio: “Siamo disponibili a lavorare per il bene della Sicilia fuori dagli schieramenti – sostiene –, ma chiediamo che Crocetta sostituisca la politica degli annunci con quella dei fatti concreti”. Autocritiche invece da Nicola D’Agostino (Udc): “Dobbiamo evitare di impegnare fondi infrastrutturali nella spesa corrente, altrimenti commettiamo un errore e facciamo la figura dei fessi. Sarebbe invece importante ottenere da Roma una deroga per aver finanziato il credito d’imposta, si tratterebbe di un risultato prezioso”.

Crocetta è inoltre tornato a spiegare il senso delle rotazioni imposte ai funzionari degli assessorati: “Con le rotazioni alla Regione non stiamo mandando nessuno al patibolo – ha affermato -. La realtà è che c’erano gruppi burocratici che non rispondevano alla programmazione del governo. Per questo mi sento di dare la mia solidarietà anche ai precedenti governi”.

Intanto, la seduta di oggi ha sancito l’ingresso ufficiale di quattro nuovi deputati (Savona, Tamajo, Forzese e Picciolo) nel gruppo parlamentare dei Democratici riformisti per la Sicilia. Il passaggio, già annunciato oggi nel corso di una conferenza stampa, rafforza la cosiddetta ‘quarta gamba’ del governo all’Ars. Confermata anche l’indiscrezione rivelata da Livesicilia, che vedeva Picciolo nel ruolo di capogruppo, mentre il vice sarà Alice Anselmo. Tamajo sarà il segretario, Savona il tesoriere. Sul fronte del Pid, invece, si è registrato l’addio ufficiale di Pippo Gianni, che approderà al Misto, mentre Michele Cimino risulta ancora iscritto nel gruppo di Grande Sud, seppur non ricoprendo più l’incarico di capogruppo, ora nelle mani di Bernadette Grasso.

 


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