PALERMO – “Sul fronte dei tagli agli stipendi della dirigenza di Palazzo dei Normanni non ci si può fermare alla decisione del Consiglio di Presidenza, servono ulteriori approfondimenti giuridici per rendere ogni eventuale altra decisione pienamente legittima soprattutto se questa riguarda un’ulteriore riduzione dei compensi per i burocrati e i dipendenti dell’Ars. Comprendo bene che la diversità nel trattamento stipendiale scelta oggi dal Consiglio di Presidenza dell’Ars rispetto alla dirigenza della Regione, può apparire come un fatto che mantiene prerogative in capo al parlamento regionale, ma non possiamo mettere sotto scacco l’Istituzione davanti alle polemiche sollevate sui cosiddetti “stipendi d’oro”. Chiedo pertanto che ci si rivolga, anche per tutelare i componenti del Consiglio di presidenza dell’Ars, all’Avvocatura dello Stato e dal Cga della Sicilia per un parere che possa essere utile ad uniformare gli stipendi e i massimali per tutti i dipendenti ed i dirigenti della pubblica amministrazione regionale, compresa l’Ars. Facciamo in modo che lo Statuto siciliano rappresenti un punto di forza e non un punto di debolezza”. Lo afferma Giuseppe Picciolo, capogruppo dei Democratici riformisti per la Sicilia all’Ars.
Il deputato Drs: "Non ci si può fermare alla decisione del Consiglio di Presidenza, servono ulteriori approfondimenti giuridici per rendere ogni eventuale altra decisione pienamente legittima".
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