Ars, stipendi e veleni: Sud chiama Nord attacca M5S e FdI - Live Sicilia

Ars, stipendi e veleni: Sud chiama Nord attacca M5S e FdI

Tutti contro tutti

C’è sempre uno più puro che ti epura. Pietro Nenni fa scuola nel dibattito che tiene banco da un paio di giorni all’Ars sull’aumento delle indennità dei deputati. 

Lo scontro in salsa populista vede fronteggiarsi soprattutto Movimento Cinquestelle, Fratelli d’Italia e Sud Chiama Nord. L’ultimo capitolo della saga lo scrivono oggi i deluchiani accusati dai colleghi pentastellati di non avere votato l’emendamento proposto da Cateno de Luca in persona per depennare l’aumento degli stipendi (provvedimento legato a doppio filo con l’adeguamento al costo della vita). 

“Continuiamo ad assistere al festival delle proposte improbabili da parte della maggioranza e fantasiose soluzioni a 5 stelle per tentare di spostare l’attenzione sul vero problema, ovvero il silenzio da parte di tutti che ha accompagnato la norma oggi sotto accusa in aula. Come abbiamo avuto modo di spiegare, l’ufficio di presidenza già dal 14 dicembre sapeva dell’adeguamento Istat che avrebbe portato all’aumento delle indennità dei parlamentari siciliani. Ufficio di presidenza del quale Sud chiama Nord e Sicilia Vera non fanno parte”, attacca Danilo Lo Giudice coordinatore dei gruppi parlamentari Sud chiama Nord e Sicilia Vera. “Non ci risulta che da quel giorno al momento in cui la vicenda è diventata di dominio nazionale le forze di maggioranza e la pseudo opposizione a 5 stelle abbiano preso posizione. Solo Sud chiama Nord e Sicilia Vera sono intervenuti nell’immediatezza presentando un emendamento per abrogare la norma e chiedendo che si procedesse per votazione nominale e palese.  Al contempo è stata chiesta il 9 febbraio, ancora prima della discussione in aula, la calendarizzazione per discutere un apposito disegno di legge che mira ad abrogare la norma stessa. Che oggi si faccia a gara a spararla più grossa rappresenta l’ennesimo esempio di una politica ipocrita”, spiega.

I deluchiani mettono alla berlina la soluzione avanzata dai meloniani: devolvere in beneficienza i soldi derivanti dall’aumento. “Leggere sulla stampa della proposta strampalata del presidente dell’assemblea regionale Gaetano Galvagno e subito raccolta dal Movimento 5 stelle di incassare l’aumento e poi devolverlo in beneficenza è quasi comico. Ci chiediamo perché non abbiano fatto la stessa proposta il 14 dicembre o non abbiano pensato di presentare loro un emendamento per abrogare la norma”, insiste. E invita i colleghi a votare il ddl che prevede l’abrogazione della norma. Poi una bordata.  “Ai 5stelle infine ricordiamo che se vogliono fare beneficenza possono sempre usare la somma pari a 200 mila euro aggiuntive riconosciute al loro gruppo politico ed in particolare a Nuccio Di Paola quale vicepresidente vicario dell’Ars. Forse non ci avevano pensato… auspichiamo che colgano il nostro suggerimento.” To be continued. 


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