La notizia della scomparsa di don Maurizio Francoforte mi ha profondamente toccato. È difficile trovare le parole per descrivere una perdita così grande, ma i ricordi e l’amore che ha lasciato in chi lo ha conosciuto parlano per lui. Don Maurizio non era solo un parroco, ma un padre accogliente, una guida silenziosa e costante, capace di vedere il meglio in ognuno e di spronare chiunque a crederci davvero. Il suo sorriso, la sua voce che trasmetteva calore e fermezza, la sua presenza sempre pronta a dare conforto rimarranno impressi nei cuori di chi ha avuto il dono di incrociare il suo cammino. Penso ai giovani che seguiva con passione, ai sogni che aiutava a coltivare, alle famiglie che accompagnava con delicatezza. Il suo amore per Brancaccio e il desiderio di riscatto erano il segno tangibile di una fede che si faceva concreta, che scendeva nelle strade, che sapeva sporcarsi le mani. E quel bastone di Fratel Biagio, che ha voluto accanto a sé anche nel momento dell’addio, sembra raccontare meglio di ogni parola il suo cammino: saldo, instancabile, ricco di speranza. Don Maurizio era un dono per tutti noi, un esempio luminoso di cosa significhi vivere per gli altri. E anche ora, nel dolore della sua assenza, so che il suo insegnamento e il suo amore continueranno a guidare e ispirare molti.
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La storia è sempre la stessa...
Palermo città sempre più violenta ..
Palermitano al volante pericolo costante.
Speriamo non li rigetti...
Quindi non vi stupite se non si trova lavoro, CONTRATTUALIZZATO, per nessuno, è solo questioni ECONOMICHE che possono spingere i Proprietari a questo tipo di manod’opera, non giustifica certo, ma anche se non sotto capolarato anche per gli Italiani c’è lo stesso trattamento, anzi con questo capolarato quel lavoro è di esclusività di quei Caporali e loro decidono chi deve andare al lavoro, quindi gli italiani sono esclusi da questo capolarato perchè gli italiani si possono ribellare e portare problemi sin da subito.
********Adnan veniva sfruttato da pakistani come lui**********
se questa modalità la facevano i siciliani, non si sarebbe chiamata “Capolarato” ma “mafia” che poi vorrei comprendere dove sia la differenza, anche quella praticata dai Pakistani è mafia, (la loro) in ogni caso sono esclusi gli italiani, provate a mettervi ad uno dei semafori a cercare elemosina e prendere il posto ai soliti habituè, vedrete come vi cacceranno a malo modo, quello per loro è un “posto fisso” e guai a chi lo tocca
Aveva denunciato i sui aguzzini e lasciato solo. VERGOGNA
Resta il triste fatto che ancora, per il diritto al lavoro e per la difesa della dignità di uomo, si muore per colpa di chi a tutto antepone il denaro e il profitto. I responsabili materiali, che sono stati assicurati alla giustizia, sono gentaglia assimilabile ai mafiosi e dovranno essere giudicati come tali. Questa morte deve accendere i riflettori sul lavoro nelle campagne, sulla responsabilità di chi attua questi metodi e assolda i caporali per reclutare il personale, Non è difficile distruggere questa cancrena radicata nella maggior parte delle terre siciliane,calabresi,campane pugliesi, basta seguire il flusso dei disperati che si radunano nelle piazze dei centri agricoli o controllare i libri mastro del personale delle aziende agricole o effettuare i bliz nei terreni e colpire pesantemente i proprietari uguali responsabili morali di quello che è successo oggi, ieri, e se nulla cambia, succederà ancora domani. Che la morte di Adnan scuota le coscienze di tutti e promuova le azioni di chi ne ha le facoltà.
Il minostro Bellanova quindi poi ha torto?
Questo ragazzo è stato un eroe.
A me preoccupa, soprattutto, l’indifferenza.