PALERMO- Non è che corresse buon sangue tra il garante dei detenuti, Salvo Fleres, e l’avvocato Lino Buscemi, dirigente regionale proprio dell’ufficio del Garante dei detenuti, teatro del caso di cronaca di oggi. Ora scoppia la polemica, dopo la vicenda dell’assenteismo, venuta fuori al termine di un’indagine che ha visto sul campo gli uomini della Guardia di Finanza. Fleres ha raccontato che l’indagine è nata da un suo esposto. A stretto giro di posta, la replica di Buscemi, con un comunicato: “Sulla vicenda del presunto assenteismo registratosi nell’ufficio di Palermo del Garante, ci difenderemo, adeguatamente, nelle sedi opportune. Quella che francamente è inaccettabile è la dichiarazione del senatore Salvo Fleres, molto vicino al ben noto senatore Dell’Utri, che si erge a “vittima” e a pubblico censore, usando espressioni false e di una gravità inaudita con lo scopo di allontanare da sé sospetti e giudizi sul suo negativo operato.
Ricordo all’opinione pubblica che il Garante Fleres, da quando (fine 2006) è stato nominato (con decreto del Presidente della Regione di allora On. Totò Cuffaro) ha percepito euro 425.000 (diconsi quattrocentoventicinquemila!) di indennità quale compenso per avere brillato per “presenza” nelle sedi istituzionali di Palermo e Catania e nelle 28 carceri siciliane. Altro che assenteismo! La sua attività di Garante è stata talmente “positiva” che proprio il governo regionale presieduto dall’On. Lombardo aveva deciso (nel disegno di legge c.d. “finanziaria” anno 2012 esitato dalla Giunta) nientemeno che la soppressione della figura, appunto, del Garante dei diritti dei detenuti. La norma governativa, poi, non ha retto in Aula e in sostituzione è stata approvata una proposta che ha ridotto a “titolo gratuito” il già ben retribuito incarico del Sen. Fleres (lo stesso, come riferiscono i mass-media, oltre a percepire la lauta indennità di parlamentare della Repubblica mentre svolgeva le funzioni di Garante percepiva anche il lauto vitalizio di ex Parlamentare regionale. Privilegio, su decisione del Consiglio di Presidenza dell’ARS, ora rinviato a quando il Fleres sarà effettivamente in quiescenza).
Si precisa, infine, che riguardo al compenso del Garante per il 2011 (in tutto 99.000 euro!) l’ufficio è ancora in attesa della formale lettera di rinuncia da parte del Sen. Fleres, in quanto lo stesso si è limitato, malgrado pubbliche dichiarazioni di segno opposto, a chiedere soltanto la “sospensione” del pagamento delle sue “spettanze”. Anch’io ho più volte rappresentato l’anomala situazione di un Garante che da più di sei anni pretende di assolvere il suo mandato da Roma (da un ufficio del Senato) o dalla sua segreteria politica personale catanese. Purtroppo sono rimasto inascoltato. Il tempo sarà galantuomo e la giustizia trionferà. Con buona pace di chi con toni trionfalistici gode nello sporcare l’immagine di persone perbene che hanno fatto della legalità e del dovere il loro scopo di vita. Al di là di quello che pensa, speculandoci sopra, il Sen. Fleres che si permette il lusso di dare lezioni di moralità”. Si attende la controreplica.