Nicola Leanza (Lino), deputato regionale del Movimento per le Autonomie e fedelissimo di Raffaele Lombardo, è stato in questa difficile fase politica colui al quale è spettato il compito di trovare una sintesi nella maggioranza di governo, soprattutto durante il percorso d’Aula della manovra finanziaria. A lui abbiamo chiesto una valutazione sull’appello “alle forze alternative a Berlusconi” lanciato qualche giorno fa dal Partito Democratico. “Quella del Pd – dice Leanza – è una proposta onesta, è giusto che loro rilancino la giunta politica e credo che la risposta di Pistorio sia più che equilibrata”.
Le amministrative in Sicilia saranno un banco di prova?
“No, nell’ottica delle alleanze le prossime amministrative non possono essere considerate un banco di prova. Cioè, se di alleanze politiche si deve parlare, lo si deve fare per una precisa volontà politica, che prescinda dalla tornata delle amministrative. In nessun posto al primo turno ci presentiamo uniti come terzo polo, più Pd, Idv e Sel. Poi i ballottaggi sono un’altra storia, non si possono fare valutazioni solo sui ballottaggi. In questo contesto dire che le amministrative potrebbero essere un banco di prova sarebbe una forzatura”.
E guardando, invece, al resto d’Italia?
“Lì al ballottaggio si potranno definire una serie di valutazioni, ma sul regionale non si può dire lo stesso. Non ricordo un solo posto in cui ci presentiamo insieme”.
Quindi dopo le amministrative si lavorerà alla giunta politica?
“Fuori dai palazzi c’è un sacco di gente che non sta bene. Questo governo deve intestarsi una serie di battaglie a stretto giro, non si può pensare che chi sta in strada a protestare sia invisibile. È necessario un programma che faccia uscire la Sicilia dalla situazione in cui si trova. È logico, i passaggi da seguire non possono che essere questi: la coalizione deve sposare un progetto, concretizzarlo e a quel punto diventare alleanza politica in questo governo, con una prospettiva elettorale”.
Intanto il Pd dovrà consultare la base.
“Ma il Pd non è l’unico partito ‘democratico’, nel senso che tutti noi dobbiamo confrontarci con la rispettiva base. A questo punto i temi sono stati individuati, ma è necessario concretizzarli. Governo politico o governo tecnico, in questo momento siamo in piena attività, bisogna cambiare nel momento in cui ci sarà la certezza di un cambiamento definitivo, verso un governo, cioè, che andrà poi alle elezioni. Abbiamo la scadenza del 31 dicembre per l’utilizzo dei fondi Ue”.
E un nuovo governo significa bloccare tutto.
“Diciamo che rischierebbe di bloccare tutto”.
Quindi, che fare?
“Bisogna passare dalle parole ai fatti. Le leggi di riforma vanno rilanciate a partire da oggi. Il governo tecnico una buona parte di cose le ha già fatte. È stato troppo voluto questo governo per scaricarlo adesso. È troppo il disagio sociale che c’è, non possiamo pensare che là fuori ci sia gente invisibile. I prossimi quattro mesi non possono essere spesi attorno al dibattito su governo tecnico o governo politico. Le migliori risposte che si possono dare alle segreterie di partito sono i fatti. E quelli dobbiamo portare a casa nei prossimi quattro mesi, dobbiamo produrre risultati”.
Cosa pensa la base dell’Mpa di questo governo? Che sentore avete?
“Noi la base la sentiamo parlando con le persone, sostanzialmente sulle cose ci siamo ritrovati. La nostra base ha grande fiducia nel presidente Lombardo. Ma oggi tutti noi abbiamo un obbligo morale che è quello di combattere la povertà e l’esclusione sociale”.
Una domanda, infine, sull’inchiesta Iblis. Qual è la sua valutazione sugli ultimi sviluppi?
“Guardi, in generale vedo Lombardo molto sereno. Chi gli sta vicino conosce i suoi viaggi in Austria per acquistare opere d’arte. Partiva, a volte per un paio di giorni, col gusto dell’amatore. Qualche volta ci ha anche mostrato alcune delle opere e dei fucili acquistati. Sul resto, per quanto riguarda l’inchiesta, posso solo dire che ho grande fiducia nel lavoro della magistratura”.