Crocetta e i supplenti del nulla | Cara Assessora, che bisogno c'era - Live Sicilia

Crocetta e i supplenti del nulla | Cara Assessora, che bisogno c’era

Un patetico finale di legislatura e l'occupazione di tutto da parte di un potere sordo.

Cara Assessora Notarianni,

Con lei la scienza della politica, in Sicilia, ha aggiunto un’altra scoperta al libro delle sue mirabilie: l’assessore gassoso.

Già col suo predecessore, Carlo Vermiglio, avevamo annotato l’esistenza (?) di un assessore invisibile. Uno di cui a malapena si conoscono i lineamenti, sicché una sua foto ha il valore di una rarità, come lo scudetto della Juventus nella raccolta delle figurine Panini.

Con lei – Assessora – siamo all’evaporazione: qualcuno che arriva, nulla fa – chè nulla potrebbe fare – per eclissarsi un attimo dopo.

Lei – l’ennesima nominata da Saro, in questo patetico finale di legislatura – ricorda la supplente d’italiano che sostituiva la titolare di cattedra, per due giorni, a scuola. E che poteva tentare? Nulla. Al massimo leggeva qualche lirica del Petrarca (“Erano i capei d’oro a l’Aura sparsi…) e cercava di non disturbare, conscia del suo essere una semplice figura di transito.

Lei no, invece. Lei – appena insediata sul fragile sediolino dei Beni Culturali ad appena 45 giorni dalle elezioni che ci libereranno, finalmente, dal crocettismo – ha promesso faville. Farà. Dirà. Sistemerà. Ed è tale lo sconforto da non avere più nemmeno un’invettiva. Non c’è rimasto più niente da scagliare nella faretra della nostra stanca indignazione.

Siamo al cospetto, infatti, di un potere sordo a tutto che tutto sta occupando prima della sua meritata dissolvenza, con le sue nomine di fine regno. Azioni legalissime, legalitarie, leguleie, per carità, a norma di comma e di codice.

Ma cosa dovrebbe pensare un siciliano – un elettore di Crocetta che pure da qualcuno è stato eletto – davanti allo spettacolo di una tragica rivoluzione che aveva promesso discontinuità e che – nella sua coda – sta inverando il peggio politico del peggio: l’amichevole e inutile spartizione delle poltrone, il Cencelli del cerchietto magico, il bilancino delle convenienze con vista sulle elezioni?

E lasciamo perdere il resto, il notissimo resto. Tutti i disastri combinati da più governi incapaci.

Basterebbe lo show che precede la chiusura del sipario per definire il crocettismo. Lo strapuntino della sistemazione e della distribuzione di privilegi che nessun senso hanno, se non quello dell’elargizione.

Se le medesime operazioni fossero state compiute da Totò Cuffaro o da Raffaele Lombardo – che hanno avuto con giunte di altra matrice una parte notevole nello sfascio – oggi andrebbe in scena lo sdegno di tanti che adesso tacciono. Il Pd griderebbe alla vergogna. I moderati di centrosinistra si straccerebbero le vesti. Non lo fanno: è sufficiente per giudicarli.

Ed è pur vero che Rosario Crocetta non conosce rossore mediatico, se ha la forza di dichiarare: “Abbiamo governato come un angelo”. A Saro auguriamo comunque una vita felice e serena e l’auguriamo anche a noi, nella speranza di non doverne scrivere mai più, dopo il 5 novembre.

Ma lei, Assessora Aura, un avvocato, una persona stimata, con una professione, con una collocazione, perché ha accettato una parentesi talmente carica di nonsensi? Che gusto può esserci a diventare supplenti del nulla?

 

 


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