Una macchietta di presidente - Live Sicilia

Una macchietta di presidente

Dice, dice e dice. E non capisce quello che dice. Questo risulta essere Rosario Crocetta a leggere e rileggere l’intervista concessa ieri al Fatto Quotidiano.


Autoritratto di una macchietta. Politica va da sé, la caricatura. Questo risulta essere, ormai, Rosario Crocetta. Dice, dice e dice. E non capisce quello che dice. Sta lì per spogliarsi. Per far tastare all’interlocutore la consistenza della propria massa corporea grassa: “Lo vede come mi balla la pancia?”. Uno che sta lì pronto a esibire, se necessario, il certificato medico: “Sono diabetico”. Come se si trovasse in una pagina di melodramma. A giustificarsi delle cure avute da Matteo Tutino, il suo dottorino, arrestato e braccato manco fosse il suo Rasputin e lui – asserragliato nel fortino della sua ultima stagione politica – a continuare ancora con la scena madre del martirio atto secondo: eroe dell’antimafia prima, eroe dell’anti-omofobia ora.

Una macchietta. Dice, dice e dice. E non capisce quello che dice. Questo risulta essere Rosario Crocetta a leggere e rileggere l’intervista concessa ieri al Fatto Quotidiano. E bene ha fatto Antonello Caporale, nell’intervistarlo, a lasciarlo parlare liscio di budello per come s’è presentato perché Crocetta, così, senza freni, ha svelato di sé – oltre la maschera unta di tintura – il vero volto: quello di un presidente impresentabile.

Una macchietta a macchinetta, poi, con tutto quel suo confondere la giornata con la mesata, i milioni con i meloni e i fischi per i fiaschi quando ha detto di sette, nel senso di numero 7, presidenti suoi predecessori arrestati prima di lui quando Totò Cuffaro – l’unico a essere detenuto – s’è comunque costituito senza procurare agitazioni e allarmi e non risulta che Raffaele Lombardo, verso cui Crocetta conferma nelle scelte di governo la continuità di comparaggi, sia in galera. Dice, dice e dice. E non capisce quello che dice. A chissà quale matematica, infine, dedichi le sue chimere Crocetta quando parla di aver cacciato nella sua Gela ben 825 mafiosi dimenticando, nella foga di dar numeri, che il compito di affermare la legge non è suo bensì dei magistrati e delle forze dell’ordine.

Una macchietta. Politica va da sé. Dice, dice e dice. E non capisce quello che dice. Lucia Borsellino gli ha strappato la fogliolina dell’antimafia e adesso lui si dà alle sceneggiate, anzi, alle scene madri, pronto per un reality se solo avesse le qualità del brio e della grazia pop. Ma ha proprio un problema, Crocetta. Se stesso. E non gli balla la pancia. Gli balla l’Ego.


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